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domenica, 8 Settembre 2024

L'assessore Ilda Curti in prima linea contro l’omofobia

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Dopo i consiglieri di Sinistra Ecologia Libertà Michele Curto e Marco Grimaldi, anche l’assessore alle Pari Opportunità Ilda Curti prende una posizione netta riguardo agli incontri, già annullati, sul tema omosessualità alla scuola paritaria Faà di Bruno.
«La Città di Torino è in prima linea contro le discriminazioni, in particolare quelle relative a genere ed orientamento sessuale e fin dal 2001 ha definito un insieme di politiche e azioni finalizzate a contrastarle – ha detto la Curti – e nelle sue politiche locali, con il coordinamento delle amministrazioni locali contro la discriminazione Lgbt, promuove attivamente occasioni di dialogo e confronto sui temi che riguardano il rispetto di genere, la pluralità delle famiglie, la non discriminazione».
«Il ciclo di conferenze previste e poi annullate – ha continuato – sarebbe stato palesemente in contrasto con le politiche pubbliche promosse dalla Città e con il sentire della società civile torinese. Anche la Diocesi ha invitato, oltre che a garantire la libertà di espressione, a tenere aperto il dialogo. La Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) si è dissociata dall’iniziativa dei promotori e oggi gli studenti del Liceo della Faà di Bruno si sono pubblicamente dichiarati in dissidio chiedendo di poter avere un confronto sul tema».
Di conseguenza, «Il ciclo di conferenze rappresentava la punta radicale del mondo cattolico, affermando una “teoria riparativa” dell’omosessualità, considerata una malattia, contraria al diritto e alle teorie scientifiche e psicologiche. Lo stesso pontefice Francesco ha aperto al dialogo e al riconoscimento dei diritti universali e della libertà di scelta».
«Il tema della libertà di opinione, sancito dalla Costituzione, viene talvolta abusato da chi afferma una cultura della discriminazione e dell’odio – conclude – Non si può ignorare che anche nella nostra città si sono verificati casi di aggressione ai danni di cittadini gay: le istituzioni e le agenzie educative devono operare perché il rispetto delle diversità sia un patrimonio condiviso, anche da chi non concorda sul riconoscimento alcuni diritti civili. La decisione della scuola di sospendere l’iniziativa è da cogliere positivamente».

 © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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