Il Partito Democratico avrà un nuovo segretario a Torino: si tratta di Fabrizio Morri, ex parlamentare renziano sostenuto dal sindaco Piero Fassino e già membro della commissione Lavori Pubblici e di quella della Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi a Montecitorio. Anche se non c’è ancora niente di ufficiale, i voti raccolti non lasciano molti dubbi, dal momento che ieri, secondo il suo staff, avrebbe già totalizzato oltre il 50% (precisamente il 50,28% e 115 delegati dell’assemblea provinciale che lo appoggiano) delle preferenze tra i congressi di Nichelino, Borgaro, Coazze e Nizza-Lingotto. Ora l’attesa fino alla sera di mercoledì prossimo, quando sarà conclusa l’ultima delle 21 riunioni di circolo ancora da fare, è praticamente una formalità.
Nettamente staccato il secondo Aldo Corgiat, sindaco di Settimo cuperliano, che raggiunge il 30,09%, con 52 delegati provinciali. Il terzo, Matteo Franceschini Beghini, con il 10,11% e 25 delegati supera il segretario uscente Alessandro Altamura, membro della commissione Bilancio, ultimo con il 9,5%.
Soddisfatto il capogruppo in Sala Rossa del Pd Michele Paolino: «Questa mi sembra una buona cosa – afferma – penso che Morri sia la persona giusta per portare al partito una ventata di rinnovamento senza strappi. Non ha alcuna rilevanza che sia renziano o cuperliano, quello che importa è la persona». Una risposta più o meno velata, la sua, a chi ha per lungo tempo definito polemicamente il Pd dilaniato da lotte interne, da correnti e controcorrenti. «Ora – continua Paolino – bisogna lasciarsi alla spalle al più presto le nebbie dei congressi. La priorità è tornare ad essere presenti sui grandi temi sociali, come il lavoro e la povertà, e intervenire nel sistema produttivo della città». Intanto non si placa la polemica sul caos tessere, tra irregolarità e iscritti all’ultimo momento.