È arrivata la bufera alla Circoscrizione 5 sotto forma di avvisi di garanzia. La Procura di Torino ha iscritto nel registro degli indagati dieci nomi, tra cui esponenti di spicco del Partito Democratico, come Paola Bragantini, parlamentare, ma che dal 2011 al 2013 era presidente di questa circoscrizione. Secondo l’accusa lei e gli altri nove per intascare i gettoni di presenza avrebbero “inventato” riunioni di giunta senza che esse si svolgessero. Truffa aggravata è il reato contestato e tra gli indagati c’è anche Rocco Florio, presidente alla Cinque, già finito sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati per le presunte firme false per l’elezione in Regione di Sergio Chiamparino. Gli altri destinatari dell’avviso di garanzia sono consiglieri di circoscrizione, tutti di partiti di centrosinistra.
I fatti riguardano l’arco di un anno, dal 2012 al 2013, quando sarebbero nate le “giunte in piedi”, ovvero quelle fasulle che permettevano, secondo i pubblici ministeri Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi, al presidente e i consiglieri di accumulare i gettoni per raggiungere il tetto massimo dei 600 euro al mese. Vittima della truffa il Comune di Torino, che oltre a elargire i compensi ai partecipanti alle riunioni fantasma rimborsava i datori di lavoro privati per la presunta assenza. Su questo secondo aspetto della vicenda i pm vogliono però vederci chiaro, perché potrebbero esserci nuovi sviluppi che potrebbero portare a nuovi indagati: infatti pare che i consiglieri pur dichiarando di partecipare alle sedute inesistenti andavano a lavoro normalmente e che quindi i datori di lavoro incassavano il compenso in maniera illecita. Per ricostruire l’intera vicenda la Guardia di Finanza che si occupa dell’indagine, è partita dai tabulati telefonici di quell’anno che dimostrerebbero che gli indagati durante nel giorno di giunta si trovavano da tutt’altra parte.