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lunedì, 2 Dicembre 2024

La torrida estate dei Dem torinesi

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’estate movimentata del Partito Democratico volge al termine. “L’estate sta  finendo e un anno se ne va, sto diventando grande: lo sai che non mi va”, diceva una famosa canzone dei Righeira, il cui testo è più comprensibile di ciò che è avvenuto nel centrosinistra in questo ultimo mese.

Uno scossone il cui epicentro si è registrato nei Palazzi romani, ma gli  effetti sono arrivati fin in terra Sabauda.

Renzi fonda un nuovo Partito, a questo aderiscono i deputati (ex) dem Mauro Maria Marino e Silvia Fregolent, le cui prestazioni elettorali in termini di preferenze risalgono probabilmente alle elezioni dei rappresentanti di classe e Giacomo Portas detto Mimmo, deputato indipendente nelle fila dei Dem, nei trascorsi congressi dei democratici sostenitore di Bersani prima, Zingaretti poi, passando per Andrea Orlando, riscopertosi Renziano tre quarti d’ora fa.

Un partito, il suo, la cui galassia di amministratori rappresenta una sorta di panchina lunga di chi tra i  democratici non trova posto in campo da gioco.

Tutti e tre, i deputati, rigorosamente eletti nel PD nella quota proporzionale, dunque nel listino bloccato all’epoca vidimato politicamente dallo stesso Renzi in qualità di segretario Nazionale.

Certo, in termini di struttura organizzata e di intuizione, il moderato di “Italia Viva” si appresta a banchettare sugli altri due, meno strutturati.

Uno scossone che dunque potrebbe non avere molti effetti dal punto di vista elettorale, ma che in questi giorni sta ridisegnando le già complicate dinamiche del PD locale.

E pensare che fino a pochi mesi fa, tra i transfughi, c’era chi come Marino si candidava a leader del PD piemontese.

Ieri una gioiosa Monica Canalis, vice Segretaria Regionale, si è giusto tolta qualche sassolino dalle scarpe, domandandosi cosa sarebbe successo se non avesse appoggiato il segretario regionale attuale, Paolo Furia.

Come darle torto.

Sarebbe stata effettivamente una mini sciagura, rimanendo poi lei la più alta in grado, una ciliegina sulla torta delle altre tre cariche che ricopre, tra consiglio comunale, consiglio regionale e consiglio metropolitano.

Tutto ciò è accaduto mentre l’acerrima nemica Chiara Appendino piazzava ben quattro donne nel neo governo Conte bis e il PD “solo” Andrea Giorgis con il ruolo di sottosegretario.

Una sberla i cui effetti durano ancora, ma che è stata immediatamente accantonata in fretta e furia (sic.)  dal gruppo dirigente PD, dove da un po’ di tempo si assiste alla pratica di nascondere la polvere sotto il tappeto.

Insomma un’estate movimentata che volge al termine, ma che fa da apripista ad un autunno che si preannuncia caldo, molto caldo.

Alla fine vai a vedere che sui cambiamenti climatici repentini Greta si riferisse al PD.

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