Dai libri di scuola avevamo appreso che in passato c’erano state, citiamo in forma non erudita, la Rivoluzione delle Teste rotonde di Cromwell, la Rivoluzione americana, la Rivoluzione francese, le rivoluzioni del 1848 in Europa (un quarantotto davvero), qualche rivoluzione nella Russia dell’autocrate zar e quella in cui il mondo era stato cambiato in dieci giorni. Con l’avvento della televisione avevamo poi scoperto la rivoluzione cubana di Fidel e quella maoista in Cina di un leader che più che cambiare aveva deciso (imprudentemente) di rovesciare il suo mondo culturale.
Ora, dalla Stampa, apprendiamo che siamo in pieno clima di Rivoluzione dei biglietti di bus e auto a Torino, una rivoluzione che corre sul filo dei minuti e dei centesimi. Ma, al di là di qualche minuto e centesimo in più o in meno, dev’essere qualcosa di veramente grande per l’amministrazione di nostra Signora Appendino che motu proprio ha deciso di aver già salvato Gtt, il cui squilibrio contabile è pari a 133 milioni di euro, probabilmente in forza di questi ultimi artifici contabili sui centesimi.
Del resto, tutto è relativo e, dunque, anche ricavi e debiti si possono relativizzare. Così come le critiche d’insoddisfazione che montano dall’interno del Movimento sociale cinque stelle che siede sui banchi della Sala Rossa nei confronti della sindaca. Quando si dice movimento di lotta, di governo e di opportunismo.