“La Quinta giornata di Napoli”. Così i promotori della manifestazione di “accoglienza” alla Banca centrale europea hanno definito la data del 2 ottobre 2014, alludendo alla continuità ideale con le famoso quattro giornate del settembre 1943 contro l’occupante nazista. Domani sarà una giornata importante per Napoli, per le sue istituzioni, viste le personalità che arriveranno in città, così come per i movimenti sociali, che hanno in programma di contestare il parterre europeo atteso nel capoluogo campano.
Saranno due gli eventi che attireranno le attenzioni dei flash e delle proteste: a Napoli il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il commissario dell’Unione europea José Manuel Barroso presenzieranno al vertice delle piccole e medie imprese, mentre nella reggia del bosco di Capodimonte il governatore Mario Draghi riunirà il direttivo della Bce. Pochi chilometri separeranno i due eventi istituzionali, che vedranno inoltre la presenza di un sindaco sempre più in bilico, stante sull’orlo della sospensione perché condannato dalla magistratura per l’inchiesta “Why not”: Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli, già comandante esaltato della presunta rivoluzione arancione (amministrative 2011), oggi triste baluardo del malgoverno.
I movimenti, nella loro molteplicità e differenza, convergeranno soprattutto nella contestazione del direttivo della Banca centrale europea, scegliendo lo slogan “Jatevenne”, che necessariamente dal napoletano si traduce in una fortunata sintesi destinata alla combriccola di Draghi: “Andatevene”. La coalizione degli antagonisti (“Block Bce”) che hanno aderito alla protesta si prefiggono simbolicamente l’obiettivo di “cacciare dalla città gli eurobanchieri”. È previsto l’arrivo a Napoli di 20mila manifestanti. Come ogni volta accade, le ore precedenti al vertice della Bce sono contraddistinte dall’allarmismo istituzionale, poliziesco e mediatico sull’arrivo in città delle “frange violente” così come delle solite “icone malvagie” preannunciate, strumentalmente, prima di ogni avvenimento di mobilitazione sociale. Il ritornello che, in quest’ultimo giorno di attesa, circola maggiormente è dato dall’annunciazione di un miscuglio di soggettività identificate come cattive, che un po’ giungerebbero dal tifo organizzato e un po’ dal tristemente famoso rione Traiano (dove è stato ucciso il giovane Davide Bifolco), che avrebbero in programma di partecipare alla manifestazione. Mille agenti delle forze dell’ordine saranno schierate, altrettante sono attese da fuori Napoli. La tensione resta alta, perché (quantomai ai piani alti della istituzioni partenopee) c’è chi vuol mantenerla tale per deformare l’attenzione sulle problematiche, italiane e europee, che restano sul tavolo.