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sabato, 27 Luglio 2024

La preghiera elettorale della Gran Bretagna per la Scozia

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A meno di dieci giorni dal voto sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito prosegue la bizzarra campagna elettorale scozzese così come britannica. Due fronti contrapposti, la Scozia che vorrebbe una sua indipendenza statale e la Gran Bretagna che vorrebbe tenere il suo pacchetto unionista.
Il primo ministro David Cameron sta tentando tutte le strade possibili. Il sondaggio diffuso domenica scorsa, che per la prima volta dava il fronte del “si” in vantaggio, ha allarmato non poco l’establishment londinese. Cameron, insieme al suo vice Nick Clegg, ha deciso di recarsi a Edimburgo come gesto di vicinanza e amicizia, praticamente pregando pubblicamente gli scozzesi di restare con la Gran Bretagna. Una battaglia politica che si sta giocando anche nella simbologia istituzionale: fino al 18 settembre la bandiera scozzese, il Saltire, sventolerà su Downing Street insieme al vessillo britannico, l’Union Jack.
Anche la famiglia reale sta giocando le sue carte, anche se la consuetudine della monarchia inglese imporrebbe una sua imparzialità. In Inghilterra c’è chi sospetta che la tempistica della notizia della seconda gravidanza di Kate Middleton sia stata strumentalizzata a favore del “no” all’indipendenza, facendo leva sulla sensibilità della coscienza dei sudditi. La regina Elisabetta, che attualmente si trova nel castello scozzese di Balmoral, dove rimarrà fin dopo il voto del 18 settembre, non è intervenuta nella disputa, fino ad ora. A mettere però in imbarazzo la regina è stata la furba dichiarazione del primo ministro scozzese, Alex Salmond, il quale ha confermato che Elisabetta rimarrà capo di Stato anche di una Scozia indipendente da Londra, “come lo erano i suoi antenati”.

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