Alea iacta est, il dado è tratto. E la ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri ha incassato la fiducia. Ma il prezzo per tutto questo è caro. Guglielmo Epifani, segretario del Partito Democratico, uscendo dall’aula ha proferito verbo profetico: «Il governo è più debole e ora serve uno scatto».
La spunta con 405 no, 154 sì e tre astenuti. Le cifre parlano chiaro. La Lady di ferro continuerà a lavorare a via Arenula.
Ma la vittoria non è ancora del tutto incassata, quando la bufera “Cancellieri” torna a imperversare.
Nuove ombre sulla guardasigilli, gettate questa volta dal patron di casa Fonsai, Salvatore Ligresti: «Mi feci latore presso Silvio Berlusconi del desiderio dell’allora Prefetto Cancellieri che era in scadenza a Parma e preferiva rimanere in quella sede anziché cambiare destinazione».
È quanto emerge dall’interrogatorio dell’ingegnere di Paternò nell’ambito dell’inchiesta Fonsai. Sempre dagli atti si apprende che tale segnalazione «ebbe successo».
Immediata la reazione della Cancellieri: «Qui c’è un accanimento che non ha limite, c’è un disegno che non comprendo, questa ricostruzione è falsa e destituita da ogni fondamento».
Ma Ligresti Senior non si ferma. E dagli incartamenti emerge un quadro agghiacciante, Salvatore si sofferma sulla «particolare consuetudine» che ha sempre avuto con il Cavaliere: «Siamo amici di vecchia data, veniamo dalla gavetta e gli incontri sono tanto frequenti quanto informali. Con il presidente Berlusconi si parla di tutto. In ogni caso ricordo chiaramente di avergli presentato in più di un’occasione questo tema».
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