Dopo una notte di fuoco, l’Italicum si avvia verso il primo sì alla Camera. Entro questa mattina, infatti, arriverà probabilmente il sì dei deputati alla legge elettorale frutto dell’accordo tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Un ok molto sudato, dopo che l’emendamento sulle preferenze di genere passa per soli venti voti, evitando il collasso per il rotto della cuffia. Oggi quindi, dopo il Consiglio dei Ministri, con in mano il suo primo successo, anche se poi l’Italicum dovrà ancora superare il passaggio al Senato, dal momento che la discussione sulla parità di genere si preannuncia infuocata per giorni, esattamente come è successo alla Camera. Dove, comunque, il no alla legge elettorale dovrebbe arrivare da Popolari per l’Italia, Psi, Lega e Fratelli d’Italia. «L’attuale sistema elettorale – ha affermato Giorgia Meloni dei FdI – è una porcata perché ci sono le liste bloccate, cioè un parlamento di nominati. L’Italicum non cambia questa situazione». Un nuovo Porcellum, insomma, secondo la deputata.
Il premier, intanto, chiarisce ancora una volta le proprie posizioni. «In questi giorni non si è discusso di donne – ha detto – si è cercata un’operazione politica per dire che non controllavo il Pd. Usando il voto segreto, qualcuno ha tentato la rivincita cercando di farmi fuori, e ha perso. La legge elettorale va ed è solo il primo passo». Poi ha bollato il voto segreto, con cui «qualcuno ha tentato la rivincita cercando di farmi fuori ma ha perso. Le legge elettorale è solo il primo passo. Volevano dimostrare che sì, mi avevano lasciato il partito e Palazzo Chigi ma che i numeri ce li avevano loro. E invece, no, i numeri ce li abbiamo no».
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