di Bernardo Basilici Menini
Il Consiglio comunale di Torino ha oggi approvato all’unaminità la deliberazione per istituire la “Commissione consiliare speciale di promozione della cultura della legalità e del contrasto dei fenomeni mafiosi”, già istituita nella precedente consiliatura.
Le priorità della commissione saranno lo studio della natura e delle dinamiche del fenomeno mafioso per poter progettare strategie di prevenzione e contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle attività pubbliche, la collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e con la Città metropolitana, la sensibilizzazione della cittadinanza, in primis i giovani, alla cultura della legalità.
I temi di maggiore importanza vengono individuati negli appalti e nelle grandi opere, nei controlli effettuati per Torino 2006, nelle infiltrazioni mafiose nei settori dello sport, nell’agroalimentare, nella gestione dei rifiuti, nel traffico di animali e nel gioco d’azzardo illegale. E’ inoltre prevista un’ulteriore campagna di sensibilizzazione sui fenomeni del racket. Sul tavolo anche la possibilità di istituire un fondo per le vittime di usura ed estorsioni.
Della commissione faranno parte i consiglieri Ferrero, Giacosa, Imbesi, Montalbano, Paoli, Tevere e Unia per il Movimento 5 Stelle, Grippo, Lo Russo e Tisi per il Pd, Magliano per i Moderati, Ricca per la Lega Nord, Eleonora Artesio per Torino in Comune, Roberto Rosso, Osvaldo Napoli, Alberto Morano e Francesco Tresso.
«Istituire anche in questa consiliatura la commissione legalità è doveroso, oltre che necessario -dichiara Carlotta Tevere, presidente della commissione- Nonostante il lavoro di magistratura, forze dell’ordine e associazioni, le organizzazioni mafiose sono ancora presenti sul territorio. La lotta alle mafie passa dalla repressione, ma anche dall’educazione alla legalità, insegnando il rispetto delle regole già a scuola. Occorrono azioni di prevenzione e di inclusione sociale e l’amministrazione locale, l’ente più vicino ai cittadini, deve farsene carico».
«Oggi, oltre a ricordare i giudici Falcone e Borsellino, a cui siamo grati, voglio rinnovare la nostra stima al dottor Antonino Di Matteo», conclude Tevere, menzionando il magistrato da anni sotto scorta per le minacce mafiose subite.