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domenica, 8 Settembre 2024

Imprese, suona l'allarme di Squinzi: “Non ne possiamo più”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

“Senza impresa non c’è ripresa”. È questo il titolo dell’incontro che si sta svolgendo a Torino all’Unione Industriale. A capeggiare l’evento Licia Mattioli, presidente degli industriali del capoluogo piemontese, e Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria.
L’obiettivo non è certo quello di evidenziare solo le gravi problematiche che affliggono il Paese, ma è soprattutto quello di trovare delle proposte da presentare al governo.
«Non ne possiamo più, le aziende non riescono ad andare avanti con un sistema così asfissiante. È arrivato il momento in cui diciamo “basta”». Esordisce così la Mattioli con l’intento di lanciare una «marcia dei 40 mila in versione moderna».
«Non ce l’abbiamo con Letta, ma con il governo e con la politica in generale. Si tratta di un malessere comune, che parte dalle imprese più grandi e, a catena, si trasmette agli artigiani, ai commercianti e ai semplici cittadini».
Ma Squinzi ci tiene a precisare: «La politica non è compito nostro. E’ stata fatta una buona analisi ma non sono state date le risposte che ci aspettavamo».
«Vogliamo rendere noto, – spiega – per chi non l’avesse capito, che il disagio delle imprese ormai dura da più di cinque anni».
«Direi che il titolo – dice – “Senza impresa non c’è ripresa” che è stato creato per questa manifestazione sia la fotografia esatta di quello che deve essere il nostro futuro. Siamo per fare ripartire l’economia e far sì che le imprese trovino di nuovo la possibilità di crescere e di creare lavoro e benessere per il Paese».
A queste parole fanno eco quelle della Mattioli: «Amo l’Italia ma basta, vedere aziende che chiudono non per loro colpa ma, per il solo fatto, di trovarsi in un Paese che da anni ha smesso di credere nelle imprese. L’evento, – ha detto – una manifestazione di protesta, è stato organizzato per ritrovare l’orgoglio di fare impresa».
«Senza una terapia d’urto, senza vigorose politiche di riforme la nostra economia rimarrà impantanata in una palude, nella quale continuerà ad affondare. Non possiamo più aspettare. La situazione economica è tale – ha aggiunto la presidente degli industriali torinesi -da non concederci ulteriori dilazioni. Non dobbiamo più perdere tempo prezioso. Bisogna recuperare il divario – ha concluso – e tornare a crescere a un ritmo almeno del 2% all’anno, per riconquistare il terreno perduto».

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