Ennesima polemica che vede come sfondo fascismo e antifascismo. Il neo presidente dell’istituto piemontese per le piante da legna e l’ambiente, IPLA, Andrea Morando accende il dibattito politico per una frase riportata sul suo profilo Facebook. Lo slogan è la frase delle brigate nere, l’esercito della repubblica di Salò : “Belli come la vita, neri come la morte”. Motto, già cancellato dal presidente, che ha fatto infuriare il capogruppo di Luv in consiglio regionale, Marco Grimaldi, che ha evidenziato come il governatore Alberto Cirio, abbia responsabilità su certe nomine. Il riferimento a quanto accaduto alcune settimane fa, quando Grimaldi chiese le dimissioni di Luigi Songa, presidente delll’ATC di Piemonte Orientale, perchè nel suo uffici erano presenti libri riguardanti la storia del fascismo.
Anche il Partito Democratico per bocca del vicepresidente del consiglio regionale, Mauro Salizzoni, e del consigliere Dem, Domenico Rossi, ha condannato l’accaduto: «Prima lo staffista devoto a Mussolini. Poi l’arredo del presidente dell’ATC del Piemonte Orientale con simpatie neo-fasciste. Ora il motto delle Brigate Nere sul profilo social del Presidente dell’Ipla. Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora, Presidente Cirio, c’è un problema».
«In tempi in cui, quasi ogni giorno, scritte vergognose profanano le case dei figli dei partigiani o dei deportati – aggiungono i due esponenti – è possibile chiedere che la Giunta scelga persone almeno non sfacciatamente di simpatie fasciste? Oppure l’antifascismo non è più da considerarsi un patrimonio comune ed acquisito? Si rende conto, presidente Cirio, che ogni giorno siamo costretti ad occuparci di difendere la dignità del nostro Paese riacquisita grazie alla Resistenza, e non dei problemi del Piemonte? Si tratta di episodi che non possono essere minimizzati, perché dimostrano come una parte della destra italiana non ha mai rielaborato il rapporto con il fascismo alla luce della Resistenza e della nostra Costituzione».
«È come se si volesse cancellare da un lato le responsabilità per il ruolo nella seconda guerra mondiale e nella Shoah, e dall’altro l’idea stessa che la nostra Repubblica si fonda sulla lotta di liberazione dal nazi-fascismo – concludono – è giunto il tempo, presidente, di prendere una posizione chiara e netta. Non possiamo accettare che persone con nostalgie passate o simpatie presenti per il fascismo, rappresentino le nostre istituzioni».
Per Francesca Frediani del M5S «Ancora revisionisti e nostalgici del fascismo nominati da questa giunta? Sarebbe il caso di aggiungere un nuovo criterio per le nomine: antifascista».
Morando replica alle accuse sostenendo che non si «Riconosce in quei valori» (repubblichini ndr) e che si tratta di «Una cosa di vecchia datache non sono nemmeno sicuro di aver inserito io».