“Mai visto”. Con la giusta semplicità che si richiede a questioni attinenti ad un’inchiesta giudiziaria, l’ex presidente della Fondazione del Libro ed ex ministro nel governo Letta ai Beni culturali Massimo Bray ha stroncato la collaborazione del povero Ringhietto, al secolo Luca Pasquaretta, con il Salone del Libro.
Una frase lapidaria che si è trasformata di conseguenza in una pietra tombale per l’ex portavoce di Nostra signora Chiara Appendino, che i soldini non aveva esitato ad incassarli: 5 mila euro veri, poi restituiti, com’è noto. Una parcella per una prestazione d’opera “mai vista”, appunto, che se non altro lo ha reso il primo fantasma dignitosamente retribuito.
Era ora. Da questo momento ci auguriamo che Ringhietto, nei fatti abbandonato da tutti, dopo anni di lavoro ventre a terra per la sua “Chiara”, sappia mettere a frutto la sua encomiabile esperienza fantasma, in un settore, peraltro, che in Italia non è mai stato in sofferenza.
Magari potrebbe provare con la costituzione del primo Albo dei fantasmi regolarmente a disposizione sul mercato. A seguire, il buon Pasquaretta potrebbe dare vita al sindacato dei fantasmi per negoziare il primo contratto di lavoro, con annesse tabelle e indennità per prestazione disagiate e pericolose. In particolare, per quelle (molto richieste) su set cinematografici, in cui non c’è fantasma che non voli dal tetto come uno straccio, un po’ come accade ai quei poveracci che si trovano intruppati in cose piu grandi di loro.
Ma non è questo il caso del nostro Ringhietto che saprà sicuramente reagire ai ghostbuster di turno. Soprattutto a coloro che vorrebbero ascoltare il suo naturale ringhio per misurarne i decibel. Ma, a proposito, i fantasmi ringhiano?