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lunedì, 2 Dicembre 2024

Il Baretti rischia la chiusura

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo
Sembra incredibile ma il cinemateatro Baretti, una delle strutture culturalmente più vivaci a Torino, nel cuore del quartiere San Salvario, rischia la chiusura per qualche migliaia di euro. A strozzare questo autentico miracolo del panorama culturale vi è il pesante aumento del canone passato da 3mila a 18mila euro.
La richiesta è di don Mauro, parroco e proprietario della struttura che fa parte della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di largo Saluzzo, luogo fulcro della movida di San Salvario. Un quartiere che è diventato un centro vivace della cultura e dell’arte cittadina, sede di una miriade di laboratori, circoli, studi grafici, gallerie intorno cui ruotano tante iniziative legate al mondo degli artisti e di tanti studenti che vivono sotto la Mole.
Il contributo del Baretti è stato significativo. In origine era una sala parrocchiale, sopravvissuta e poi ristrutturata grazie ai fondi di una legge regionale che erogava contributi per le vecchie sale cinematografiche. Tra i suoi promotori vi era anche il precedente parroco Don Gallo che partecipò alla costituzione dell’Associazione che all’oggi costituisce un vero punto di riferimento per molte iniziative del quartiere coinvolgendo, nel suo variegato cartellone d’iniziative, studenti, anziani e associazioni.
Questo invertendo la china che vedeva i cinema di Torino chiudere o sopravvivere con grande difficoltà, specie quelli minori. Tra le diverse iniziative ricordiamo il successo della rassegna di cinema invisibile “Portofranco” che, da oltre cinque anni, propone film di qualità con una sala sempre piena ogni martedì. Intorno a questa realtà si sono sviluppate collaborazioni, rassegne, retrospettive, conferenze e, soprattutto, la diffusione di un discorso che, grazie ai suoi promotori, ha saputo spaziare e emozionare con contributi di tutto il mondo. Nella vita del Baretti l’impegno dei suoi promotori è stato encomiabile e continuo negli anni.
 Ora si attende una risposta anche dalle istituzioni cittadine per un sostegno che costituirebbe un reale impegno rispetto a tante parole sull’importanza e il valore della cultura.
Un discorso che non può solo misurarsi in termini meramente economici.

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