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sabato, 27 Luglio 2024

I ritardi della banda larga: l'Italia viaggia a 2 megabit, l'Europa a 100

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

L’Italia è prima nelle comunicazioni mobili ma sul fronte di un efficiente rete informatica è in fortissimo ritardo, tanto da essere bacchettata dalla Comunita Europea. Un ritardo che peserà molto sul nostro sistema. Questo in una fase in cui gli sviluppi dell’utilizzo e delle innovazioni della rete informatica prevedono livelli di crescita esponenziali.
La questione riguarda il ricorso alla fibra ottica e alla banda ultra larga che consente un’efficiente comunicazione di miliardi di dati in tempi rapidissimi sulla rete. Un flusso che sarà sempre più grande e generalizzato.
L’investimento pubblico in Italia resta basso e quel che è più grave è l’assenza di una chiara e pronta programmazione nel settore. Questo mentre i privati al momento sono poco presenti specie in un ottica reale di servizio complessivo. Certo le cifre in ballo sono importanti ma i suoi sviluppi sono fondamentali sotto ogni punto di vista. Al di là delle belle parole e dei propositi di convegni e programmi politici non si vede granché rispetto a quanto si registra nel mondo occidentale.
Anche nell’uso di internet siamo indietro rispetto a quanto si registra mediamente in Europa, dove ormai due persone su tre convivono con il pc mentre in italia solo circa il 50% (anche se in costante aumento) usa internet. In testa vi sono i paesi del nord europa e le repubbliche baltiche dove praticamente il ricorso alla rete è continuo.
Nell’e-commerce il distacco è ancora più grande. In Italia, nonostante i recenti sviluppi, vi è ancora molta diffidenza specie sul fronte dell’affidabilità sotto l’aspetto finanziario.
Per ora nel nostro paese pare che tutto funzioni lo stesso ma in realtà questi ritardi peseranno non poco in un sistema che a tutti i livelli (amministrazione, commercio, giustizia, finanza ed ogni sorta di relazioni) vedrà la rete sempre più protagonista. Pur non essendo dei mistici della rete come i guru di cinquestelle è evidente che queste lacune peseranno sull efficienza del sistema Italia nel suo complesso. Ed i politici che fanno?
Molto poco visto che manca un piano nazionale che fissi i parametri degli investimenti e pianifichi le scelte del settore telecomunicazioni. In realtà fino a ora i fondi investiti hanno più che altro accontentato qualche sollecitazione privata fuori da ogni discorso serio di programmazione complessiva in un settore decisamente strategico.L’evoluzione rapidissima che caratterizza tutti i prodotti e i servizi del mondo di internet rendono palese quanto siano prioritari questi investimenti, per quanto costosi, e quanto pesino sulla credibilità dell’intero nostro sistema economico.
Solo la mano pubblica può operare in modo serio e complessivo in tal senso. I privati non sembrano molto interessati a entrare in questo settore se non in ambiti molto limitati. E’ quindi urgente l’elaborazione di un chiaro e credibile piano nazionale che ridisegni ammoderni la rete guardando al futuro.
Autorevoli studi confermano il ruolo cruciale di infrastrutture in reti moderne e capillari sullo sviluppo economico. Come detto manca una strategia nazionale e non a caso sono sempre più numerose le proteste di aziende ed istituzioni locali escluse dalla copertura in banda larga.
Tra le proteste istituzionali vi è stata quella della Conferenza delle Regioni che, nell’estate 2012, ha lanciato il suo allarme per denunciare i ritardi strutturali nello sviluppo di una strategia nazionale che dia origine ad una moderna rete a banda larga in tutto il Paese. L’azienda Digitale europea tra gli obiettivi per il 2013 aveva previsto la copertura generalizzata a banda larga per tutti i cittadini e le imprese. Insomma almeno il 50% dovrà essere in grado di viaggiare a 100 megabit. A fronte di questo ambizioso piano ha sollecitato i vari governi ad attivarsi in tal senso. Certo in Italia il problema è quanto mai ampio visto che ancora la stragrande maggioranza degli utenti viaggia a due megabit. Le difficoltà del governo italiano e le note carenze di fondi non consentano tempo di sperare che tali problematiche e l’attuazione di una forte programmazione per la rete ottengano risposte convincenti in tempi brevi mentre l’Europa corre.
Moreno D’Angelo

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 
 

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