di Gian Carlo Caselli
Italian laundering è il fenomeno per cui marchi prestigiosi che hanno fatto la storia dell’agroalimentare italiano passano in mani straniere (il “riccone” o la multinazionale o il fondo d’investimento di turno). Per poi essere svuotati di tradizione e qualità e usati per veicolare e commercializzare prodotti diversi, incerti e ambigui.
Come incerta, ambigua e pericolosa potrebbe – in linea di ipotesi – essere la provenienza dei capitali impiegati per queste operazioni. Mentre pezzi interi della nostra economia passano di mano, non si può escludere che alcuni di questi passaggi odorino di denaro non troppo pulito.
Un fenomeno per certi versi simile si registra (e va estendendosi) per le società di calcio, non solo italiane.
Leggi l’articolo integrale sul numero 10 del 15/10/2016 del mensile Nuovasocietà, in edicola e in abbonamento