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giovedì, 5 Dicembre 2024

I 5 Stelle finalmente decidono: per il sindaco di Torino Sganga o Unia (che poi anche qui è questione di sinistra o di destra)

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Forse ci siamo. In ritardo e con polemiche interne a non finire il Movimento Cinque Stelle sta per decidere chi sarà il candidato pentastellato pronto a candidarsi per il posto di sindaco di Torino. Dall’assemblea degli attivisti pentastellati delle prossime ore sapremo finalmente il nome. Due su tutti: la capogruppo in Sala Rossa Valentina Sganga e l’assessore all’Ambiente Alberto Unia
Con Sganga ci sarebbe quella continuità ‘in rosa’, dicono i beninformati. E visto che per le primarie di centrosinistra ci sono solo uomini (alle donne si penserà poi per gli assessorati in caso di vittoria) e per il centrodestra il candidato è Paolo Damilano, altro uomo, Valentina Sganga sarebbe perfetta (anche se non sarebbe l’unica donna in corsa visto che per il Partito Comunista c’è Giusi Greta di Cristina). E poi non sarebbe male vedere Chiara Appendino, che continua a ricevere segni di stima quando incontra i torinesi nei mercati ad esempio, accompagnare la giovane Sganga e presentarla ai cittadini. Insomma la persona giusta a cui lasciare il testimone. Sganga si è detta pronta. Anche non sarà facile inserirsi in quella gara che sembra a due, tra il rappresentate del centrodestra e del centrosinistra. Se Appendino si fosse ripresentata, cosa che non ha fatto visto le condanne ‘Ream’ e ‘Piazza San Carlo’, avrebbe avuto molte più possibilità di quanto facciano pensare i suoi detrattori. 
Quindi quel ticket di fiducia la sindaca potrebbe cederlo alla Sganga, una che piace alla sinistra, a differenza di Unia che è visto più vicino alla destra, sempre secondo i bene informati, al punto che i giovani legati a Forza Italia erano pronti ad invitarlo ad incontri sull’ambiente. “Ma in politica si parla con tutti”, direbbe qualcuno.
Insomma siamo alla svolta. Ancora poco e poi il popolo pentastellato potrà dire la sua. Dunque, rimboccarsi le maniche e a lavoro. 

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