di Alessandra Del Zotto
L’aereo di Barack Obama non fa a tempo a decollare, che in Italia già scattano polemiche. Primo a puntare il dito contro la visita del presidente degli Stati Uniti è Beppe Grillo che, nel corso della rassegna stampa giornaliera postata sul suo blog, accusa Obama di essere venuto in Italia per ragioni prettamente economiche e militari.
«Obama – esordisce il leader del M5s – viene in Italia e va dal Papa per farsi due foto, viene qui perché si è preoccupato della nostra riduzione delle spese militari degli F35, viene qui a parlare di questo». E il governo italiano, insieme al capo dello Stato sarebbe colpevole di becero servismo.
La visita del presidente Usa, insomma, non sarebbe un caso secondo Grillo che suggerisce una connessione tra la sua tempestività e la battaglia aperta da governo e parlamento contro l’acquisto degli ormai noti f-35. Una battaglia che mira non tanto a eliminare l’acquisto dei costosi aerei ma quantomeno a dilazionarla e che, se andasse a segno, permetterebbe grossi risparmi alla spesa pubblica.
Ma le dichiarazioni fatte oggi dal ministro della difesa Roberta Pinotti sembrano andare in un’altra direzione. Intervenuta alla festa dell’aeronautica militare, infatti, la Pinotti ha rassicurato l’arma dicendo loro di «stare sereni perché il governo, e lo ha detto ieri Renzi anche al presidente Obama, quando parla delle forze armate e della necessità che l’Italia continui a svolgere nel mondo il ruolo che ha svolto non può fare nessun passo indietro».
La polemica grillina contro la visita del presidente degli Stati Uniti, ad ogni modo, non finisce qui. «Obama – aggiunge il leader dell’M5s – viene a vendersi il suo gas di scisto che ha scoperto che ne ha per 100 anni, e il più grande giacimento oggi al mondo, uno dei più grandi, ce l’ha Israele! Viene qua a contrabbandare la sua economia e noi tutti zitti, tutti niente! Tutte robe così! Ma non è possibile».
Grillo conclude il suo intervento invitando gli italiani a ribellarsi contro quella che definisce la «menzogna unica» portata avanti dall’informazione nostrana, in un commiato che è già campagna elettorale in vista delle europee del prossimo maggio. «Ora – dice infatti Grillo – andiamo in Europa per cambiare l’Italia da là. Noi andiamo lì a togliere il Fiscal Compact, a togliere il Mes, a togliere il pareggio in abito in costituzione. Se non andrà bene allora parleremo di debito, di spalmare il debito, eurobond, e faremo un referendum sull’Euro! E se usciremo lo avrà decretato il popolo italiano».
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