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sabato, 27 Luglio 2024

Gli studenti universitari annunciano contestazioni alla cerimonia del nuovo Anno Accademico

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Lunedì mattina, 1 Dicembre, si terrà la consueta cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università di Torino.
Quest’anno, però, l’evento si accompagna a una novità, perché il tutto si svolgerà nei locali della nuova Aula Magna, recentemente inaugurata all’interno del complesso della Cavallerizza Reale.
Un progetto imponente, il cui costo stimato si aggira intorno ai 6 milioni di euro, che sarà destinato a ospitare non solo eventi legati all’ateneo torinese ma anche concerti e conferenze.
Come già avvenuto durante le edizioni degli anni passati, però, alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico non mancheranno momenti di contestazione. Gli studenti e le studentesse dell’Università hanno infatti lanciato un presidio all’interno del cortile della Cavallerizza a partire dalle 9.30 di lunedì mattina.
Tra le ragioni della protesta, si legge, vi è innanzitutto la destinazione della nuova Aula Magna, definita «il nuovo fiore all’occhiello dell’ateneo, un fiore costato 6 milioni di euro di cui non sentiremo mai il profumo». Nel volantino che annuncia il presidio del 1 dicembre gli studenti scrivono infatti che il nuovo spazio fresco di inaugurazione sarà aperto solo «in occasione di eventi di particolare rilievo», quando «potrebbe invece essere destinato ai dipartimenti per risolvere il problema della mancanza di aule».
Anche all’inizio di quest’Anno Accademico, infatti, si è ripresentato un problema ormai ricorrente nell’ateneo torinese, quello della mancanza di posti a sedere nei corsi più numerosi dei primi anni. «Ma le tasse che le paghiamo a fare, dove finiscono i nostri soldi?» è la domanda che accompagna l’invito a unirsi alla protesta di lunedì mattina.
Ad essere contestata, però, sarà anche la cerimonia di inaugurazione in sé, considerata «un giorno di sfarzo contro i restanti 364 che invece raccontano una storia completamente diversa, fatta di un’università in cui regna il disservizio, in cui mancano gli spazi perché gli studenti mangino, studino, s’incontrino adeguatamente».

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