Come vuole la tradizione in questi giorni è un continuo scambio di auguri, anche tra quei condomini che di regola nel corso dell’anno, se incontrano nell’ascensore di casa un essere umano emettono un grugnito equivalente ad un saluto e per darsi un contegno rivolgono subito per la millesima volta lo sguardo verso il cartellino con su scritto “Portata chilogrammi 250, persone tre”.
Non ha rispettato questa regola “del Santo Natale tutti buoni” l’inquilino più importante del condominio che si trova Oltretevere, all’ombra del Cupolone. Senza perifrasi Papa Francesco ha accusato i suoi interlocutori di «Alzheimer spirituale», «schizofrenia esistenziale»; ha definito la curia vaticana «un’orchestra che produce chiasso», infestata da «esibizionisti, calunniatori, diffamatori, terroristi delle chiacchiere e omicidi a sangue freddo della fama dei propri colleghi».
E per non farsi mancare niente ha condannato l’invidia, la pigrizia mentale, il servilismo.
In una stagione storica, politica e morale come quella che stiamo vivendo, in cui ci capita spesso di non trovare più punti di riferimento, anche un agnostico, non credente, sente con piacere le frequenti parole di Francesco, “Cichin ad Porto Comaro”, come lo chiamano i compaesani della famiglia Bergoglio.