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venerdì, 6 Dicembre 2024

Fringe, Confesercenti: “Unico rumore molesto è quello dei comitati anti-movida”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Bernardo Basilici Menini

«Ormai a Torino l’unico rumore davvero molesto è quello prodotto da chi vorrebbe silenziare l’intera città: per quanto ci riguarda, non riuscirà a farlo. Non se ne può più di una sparuta minoranza che si oppone a ogni iniziativa e vorrebbe il coprifuoco cittadino». Questa la presa di posizione, secca, di Confesercenti tramite il suo presidente Giancarlo Banchieri. In una nota, Banchieri è intervenuto per commentare l’iniziativa dei comitati anti-movida, che hanno scelto di passare alle vie legali per provare a fermare il Fringe, rassegna musicale che da anni accompagna il Torino Jazz Festival. Parole dure, scagliate contro chi sta cercando di impedire lo svolgimento di un evento che, malgrado l’eccesso di decibel, rappresenta un fiore all’occhiello della cultura e della night life torinese, oltre a garantire una boccata di ossigeno ai locali del centro.

«Nessuno  ha mai negato il diritto dei cittadini alla tranquillità, – sottolinea Bancheri – tanto che in questi anni, grazie alla collaborazione e alla disponibilità dei locali, si sono ottenuti buoni risultati per ridurre le problematiche legate alla movida. Peraltro, il Fringe e il Torino Jazz Festival sono manifestazioni ben diverse da comportamenti certamente condannabili di quanti fuori dai locali schiamazzano, o peggio, in piena notte. Però si ha l’impressione che a qualcuno darebbe fastidio anche un quartetto di archi alle cinque del pomeriggio».

«E allora, –conclude il presidente di Confesercenti– va detto chiaramente che sono in gioco, da una parte, il diritto di una intera città al divertimento e, dall’altra, quello di centinaia di aziende commerciali a svolgere la propria attività e con queste ultime centinaia di posti di lavoro  atteggiamenti del genere rischiano di vanificare l’impegno e il lavoro di tutti i soggetti pubblici e privati per rendere sempre più viva e attrattiva la città».

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