L’ordinanza regionale firmata da Alberto Cirio e che prevede l’obbligo per le scuole di misurare la temperatura degli alunni prima dell’ingresso in classe è stata impugnata dal Ministero dell’Istruzione.
Le normative ministeriali infatti stabiliscono che la misurazione della febbre va fatta a casa dalle famiglie, ma l’ordinanza firmata dal governatore piemontese il 9 settembre ribaltava la situazione, raccomandando agli istituti di misurare la temperatura prima di far entrare gli alunni.
Alla decisione di Azzolina ha risposto il gruppo della Lega in Regione Piemonte: “Con grande sprezzo del ridicolo e nessun senso del rischio, la ministra con delega ai banchi a rotelle si incaponisce contro uno dei pochi provvedimenti di buonsenso assunti in vista di questa tormentata ripresa dell’anno scolastico. E mentre in Piemonte tuteliamo fino in fondo la salute dei nostri figli, introducendo per le scuole un obbligo che è già in vigore da mesi negli uffici pubblici e nelle imprese private, Lucia Azzolina si imbarca nell’ennesima battaglia di retroguardia di questo governo contro le nostre prerogative regionali. Questa volta non parliamo di una semplice legge, ma di un’emergenza sanitaria terribile come quella del Covid: se dopo questa folle decisione assisteremo a un aumento dei contagi nelle classi del Piemonte, sapremo a chi dare la colpa. Ma la ministra se ne faccia una ragione: noi non arretreremo di un passo, tanto più quando c’è da garantire la salute pubblica. Siamo stati bugia nen fino ad adesso e continueremo ad esserlo anche nelle sedi più opportune, pronti a combattere le ingerenze di Conte e dei suoi accoliti”.
Opinione non condivisa invece da Marco Grimaldi, capogruppo di LUV che accusa: “‘Bogia nen’? Cirio piuttosto non faccia il ‘bòcia’; Il Presidente cerca lo scontro coi Ministri, ma governare il Piemonte non è un gioco. Ma Cirio lo sa che se qualche scuola ha misurato la febbre agli studenti, non lo ha fatto certo grazie ai termometri finanziati dalla Regione? Già, perché nonostante i proclami, le conferenze stampa e i post sui social, neppure un euro dei 500mila promessi dalla Giunta sono stati versati alle scuole. Zero domande, zero iban, zero termometri”.