Il sindaco di Torino, Piero Fassino, in visita istituzionale a New York è intervenuto sull’ormai caldo tema del Tav e della contestazione. Il primo cittadino e presidente dell’Anci non è affatto convinto che in questo momento ci sia un movimento buono e al contrario pensa che si sia presa una brutta piega, una strada sbagliata.
«C’è stato un cambiamento – ha detto Fassino – di composizione del movimento No Tav: all’inizio aveva delle radici in valle, oggi è un movimento di tipo antagonistico molto estremo e radicale, che non esita a ricorrere alla violenza, e questo è molto grave».
«E’ del tutto legittimo – continua – non essere d’accordo sulla costruzione del Tav, non è legittimo usare la violenza per dirlo. La violenza va contrastata in tutti i modi». Condanna la violenza senza mezzi termini, anche se non proferisce verbo in merito all’attentato incendiario di venerdì notte allo storico presidio No Tav di Vaie. Anche quella è violenza, quella dell’altra parte, quella del Sì al Tav.
«Il progetto che aveva suscitato proteste è stato ridisegnato e modificato, ed è molto meno impattante, tanto è vero che diversi sindaci della valle che all’inizio erano contro il Tav, ora non lo sono più – ha spiegato – Il movimento No Tav contesta l’alta velocità in val di Susa come contesta qualsiasi altra grande opera di per sé».
Fassino, a pochi giorni dalla manifestazione nazionale No Tav del 16 novembre in Valsusa getta benzina sul fuoco. E ancora una volta nel mirino ci finisce un’intera valle che da vent’anni lotta contro una grande opera definita da molti come uno spreco di denaro e una macchina distruttrice di un territorio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA