Sono diversi i capi d’accusa contestati a persone collegate con delle onlus che si occupano di accoglienza dei migranti. Per undici persone sono scattate le manette ai polsi questa mattina, 2 luglio, arrestate dagli uomini della Guardia di Finanza di Lodi, coordinati dalla Procura di Milano, per l’inchiesta “Fake Onlus”.
Associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio i reati ipotizzati dalla Procura, che ha aperto un fascicolo su presunte malversazione e illeciti commessi all’interno di quattro onlus che avrebbero utilizzato falsi documenti per partecipare ai bandi pubblici per ottenere fondi destinati all’accoglienza di centinaia di migranti. Dalle indagini risulterebbero profitti illeciti su un giro di finanziamenti di circa 7,5 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti i rappresentanti legali delle onlus al centro dell’inchiesta avrebbero utilizzato per “scopi personali” oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente. Il consorzio di onlus che ha partecipato, tra il 2014 e il 2018, a bandi indetti dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia.
Non solo. Sempre secondo i magistrati ci sarebbero anche collegamenti con la mafia calabrese. Infatti le onlus risulterebbero vicine “a noti pluripregiudicati appartenenti alla ‘ndrangheta” e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di “accedere ai benefici di legge attraverso l’assunzione presso le predette cooperative”. Le onlus sarebbero state “sfruttate per fare ottenere a persone recluse, attraverso il rilascio di documentazione falsa, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza”.