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sabato, 27 Luglio 2024

Ezio Bosso, i Mods: “La Città di Torino intitoli i giardini di piazza Statuto, davanti al Palazzo Paravia, a Xico”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.


Ezio Bosso era un Mod. Lo è sempre stato, perché, come il maestro sottolineava in molte interviste, lui era ancora uno dei Mods. Come quando era poco più che adolescente e suonava il basso negli Statuto, insieme a Oskar e Naska e gli altri. Cercate in rete le canzoni dell’album “Vacanze”, ad esempio, e ascoltatele. Ne vale la pena.
Ezio Bosso era Mod, fino alla fine. Come quando si ritrovava ogni sabato pomeriggio sulle panchine di piazza Statuto, a Torino, davanti a Palazzo Paravia, al 18. 
Panchine storiche. Un piccolo, ma grande angolo di Torino, dove periferia e centro s’incontrano, che ha fatto diventare famosa piazza Statuto in tutto il mondo, non in quanto presunto vertice di pentagoni di magia nera e bianca, per chi crede a certe cose, ma perché i Mods dagli anni ’80 si ritrovano qui. 
Cultura underground, movimento modernista, rabbia e stile: incroci importanti davanti a Palazzo Paravia, teatro, in un’altra epoca, era il 1962, di una tre giorni di scontri che hanno fatto anch’essi la storia, politica e sindacale.
Ezio Bosso da queste parti era ed è rimasto Xico, il suo “nome mod”.
Quando veniva a Torino il maestro passava del tempo con Oskar Giammarinaro, leader degli Statuto e simbolo del modernismo italiano, e gli altri vecchi e giovani Mods, in piazza. Già, tra quelli che oggi non fanno di certo a spallate per mettersi in fila tra tutti quelli che rivendicano un’amicizia con Bosso. Loro di certo non hanno bisogno di prove.
Come scriveva in un messaggio Ezio Bosso: “Sono e resterò sempre Mod. Perché Mod non si diventa, non si può “fare” il Mod. Si scopre di esserlo. Il modernismo è uno stile di vita che ci rende uomini migliori”.
Piazza Statuto ed Ezio Bosso: c’è un forte legame. Ecco perché appena la sindaca Chiara Appendino ha annunciato che era sua intenzione proporre al Consiglio comunale di dedicare un luogo di Torino a Ezio Bosso, Oskar e i Mods, i fratelli di Xico, non hanno avuto dubbi: non possono che essere i giardinetti di piazza Statuto, davanti a Palazzo Paravia, al 18, appunto.
Certamente è un luogo non esteticamente bello perché dimenticato da tutte le amministrazioni comunali, ma a cui gli Statuto hanno dedicato una canzone magnifica. Abbandonato al proprio destino, se non fosse proprio per i Mods che lo rendono vivo. 
Bruttezze e abbandono: c’è ancora, dai tempi delle Olimpiadi Invernali presumiamo, un W.C. a monete.
Avete presente? Quelle orribili trappole che sembrano della capsule spaziali, dei vespasiani moderni che ormai non funzionano neanche più. Quello di piazza Statuto serve solo ai tossicodipendenti per bucarsi. 
Non ha importanza. Le cose preziose non devono essere per forza belle. E poi potrebbe essere l’occasione per chi abita a Palazzo di Città di rimettere a posto le cose.
Diciamocelo: facile dedicare un giardinetto bello pulito con tanto di gerani a Ezio Bosso. Ma questo era uno dei luoghi di Torino più cari a Xico-Ezio Bosso.
Ed è giusto che a lui sia dedicato.

Piazza Statuto (Statuto)
Se guardo te,
Mi accorgo di quante illusioni ho avuto qui,
Quante speranze e voglia di cambiare il
Mondo e non morir, cuori rabbiosi senza età, figli di strada e povertà, queste
Panchine squallide, ci han visti crescere davvero…
Non smettiamo di sognare, non smettiamo di lottar.
Fieri di noi, sicuri di ferirsi al cuore e non soffrir, ricchi di gloria e verità, scrivendo noi la nostra storia…
Non smettiamo di sognare, non smettiamo di lottar, questa Piazza è una Leggenda ormai, che ci fa sentire Eroi.
Troppo grigio dentro la città, il tuo cuore chiede di cambiar e cambierà.
Ancora noi sempre di più e sangue e lacrime van giù, passando notti a scrivere sul muro che non ci arrendiamo…
Non smettiamo di sognare, non smettiamo di lottar, questa Piazza è una Leggenda ormai, che ci fa sentire Eroi.
Non smettiamo di sognare, non smettiamo di lottar, questa Piazza è una Leggenda ormai, che ci fa sentire Eroi.

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