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sabato, 27 Luglio 2024

Europa, le ultime prove tecniche di grosse koalition

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Non è ancora ultimata la creazione della Commissione europea. Se il peggio, per il grande abbraccio fra popolari e socialisti, è alle spalle, non si può però considerare come terminato il valzer delle poltrone, o meglio, dei politici avvertimenti interni alla brigata di Jean-Claude Junker.
Il governo dell’Europa si è visto rimandare alle audizioni del Parlamento europeo cinque suoi commissari: Miguel Arias Canete (Spagna), Jonathan Hill (Regno Unito), Tibor Navracsics (Ungheria), Pierre Moscovici (Francia) e Vera Jourova (Repubblica Ceca). Le motivazioni sono le più disparate, viaggiano fra le accuse di incompetenza e i conflitti di interessi. Realisticamente si risolveranno tutte con una conferma dell’accordo e una dimostrazione di reciproca fedeltà, a meno che non si presentino inaspettati colpi di scena, che all’oggi non paiono così probabili perché rischierebbero di far crollare il castello della grande intesa.
Lo spagnolo Canete viene accusato di essere in un rapporto troppo stretto con l’industria petrolifera, minando il suo ruolo di Commissario responsabile per l’energia e il clima. L’ungherese Navracsics, detentore del portafogli della cultura, delle politiche giovanili e della cittadinanza, viene messo in dubbio in quanto ex ministro di un governo palesemente autoritario. Il francese Moscovici subisce invece da tempo le critiche e i rimproveri dell’ala rigorista dell’Europa, preoccupata dalla possibile messa in discussione dei limiti dell’austerità.
Dubbi parte integrante dello spettacolo europeo, della finzione democratica data in pasto ai media per oliare il gioco di contrasti ed equilibri concordati, che probabilmente, se non termineranno con la conferma dei commissari proposti, magari si risolveranno con un rimpasto delle competenze, per salvaguardare la tenuta della grande coalizione europea.

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