Chiara Appendino, sindaca di Torino, e Valentina Sganga, capogruppo del Movimento Cinque Stelle in consiglio comunale, fanno un bilancio dopo il voto regionale in Emilia, dove la sconfitta dei grillini è stata netta.
Commenta Appendino: «Il risultato del MoVimento 5 Stelle è quello di chi non crede più in se stesso. Per ripartire bisogna innanzitutto ritrovare l’orgoglio di appartenere a un progetto e, soprattutto, concentrarci e lavorare sui temi che ci uniscono e che riguardano, da vicino, le vite delle persone come ambiente, innovazione, lavoro, sicurezza e sociale».
Continua la sindaca: «Avremo ampia occasione di dibatterne da qui agli Stati Generali per poi affrontare con nuove energie le prossime competizioni elettorali. Nel frattempo, continuiamo a fare, bene, quello per cui siamo stati votati dai nostri elettori: governare. E per chi ha questa responsabilità, per me vale sempre una regola: più fatti e meno parole».
«Non siamo più visti come alternativa e motore del cambiamento». – spiega Sganga che non nega la delusione dei loro elettori: «Chi ci ha votato perché bloccassimo le opere inutili, a partire dal Tav, riducessimo gli sprechi e i favori ai grandi gruppi imprenditoriali, riducessimo le diseguaglianze è deluso. Ci sono difficoltà evidenti a centrare questi obiettivi ma vanno condivise e noi non l’abbiamo fattoTuttavia guardando alla casistica torinese per la capogruppo M5S “Torino non è l’Emilia Romagna. È una città divorata dalla crisi dove nessuno può dire di aver portato avanti un buon governo per 40 anni, visto lo sfaldamento del sistema sociale nelle periferie” e se i Dem torinesi pensano “di potersi intestare già la vittoria nel 2021 grazie al successo di Bonaccini a Torino di Bonaccini all’orizzonte non se ne vedono”.
Sganga insiste poi sul ruolo che il Movimento continua ad avere nella politica sabauda: “Il M5S è stato l’argine alla destra a Torino e può continuare ad esserlo se saprà riprendere quelle istanze che, dalle periferie fisiche a quelle sociali, continuano arrivare. L’errore sarebbe essere sordi a tutto questo come è stato il Pd per lungo tempo. La Lega non si batte inseguendola ma offrendo soluzioni alternative. Il negazionismo climatico si combatte con proposte ambientaliste e noi lo stiamo facendo. Continuare a demonizzare iniziative come Torino Centro Aperto non favorirà il Pd ma la Lega”.
Mentre l’ipotesi di un’alleanza M5S-Pd è rispedita al mittente: “Se questa è la strada che i democratici torinesi hanno scelto di seguire vadano dove vogliono. Noi dobbiamo tornare ai banchetti, come abbiamo fatto questo weekend, e lanciare assemblee tematiche e territoriali per capire i problemi e raccontare, da qui al 2021, cosa abbiamo fatto ma soprattutto ascoltare cosa i torinesi si aspettano da noi. Gli accordi di palazzo e le trattative tra apparati lasciamoli ad altri”.