E’ un puzzle che poco a poco si sta componendo il giallo sulla morte di Elena Ceste. Infatti, più passano i giorni più emergono nuovi particolari utili a capire cosa sia successo alla casalinga e mamma di Costigliole d’Asti.
Così ormai non è più solo una supposizione ma una certezza che la donna sia stata trasportata e abbandonata sugli argini del Rio Mersa solo una volta morta. A confermarlo una serie di test eseguiti sui resti della trentasettenne che hanno valutato la posizione in cui si trovava il cadavere quando è stato scoperto il 18 ottobre scorso, a quasi dieci mesi dalla scomparsa. Già, perchè se animali selvatici e intemperie possono aver fatto la loro ad esempio spostando il cranio in una posizione innaturale rispetto al corpo, per il resto è stato qualcuno a trasportare fino a lì la Ceste. Non solo. Dalle analisi eseguite è evidente la volontà di nascondere e rendere introvabile quel cadavere cercando in modo un po’ maldestro di occultarlo tramite foglie rami e zolle di fango.
Inoltre sono proseguite nei giorni scorse le ricerche della parti mancanti del corpo e lo scheletro risulta ora quasi del tutto completato: sono infatti stati trovati quello che mancava di mani e piedi e anche parti di collo. Queste grazie a una tecnica innovativa attraverso mezzi che hanno scavato a grande profondità prelevando intere zolle che sono poi state passate al setaccio.
Tra i resti riemersi in questi giorni anche parti di fegato che potrebbero essere particolarmente utili alle indagini in quanto permetteranno di eseguire esami tossicologici che sveleranno se davvero la donna è stata avvelenata, ipotesi più volte circolata anche tra gli inquirenti.
Tuttavia il lavoro sarà ancora lungo e di sicuro ci vorranno diverse settimane prima di avere i risultati di esami e test che potranno dire qualcosa di più su quanto sia accaduto alla mamma di Costigliole.