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lunedì, 11 Novembre 2024

Elbi International di Collegno: “Firmate l’autocertificazione o non entrate in azienda”

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“Firmate l’autocertificazione se volete entrare in azienda”. Questo è quello che questa mattina i lavoratori si sono sentiti dire dagli addetti alla sicurezza dello stabilimento della Elbi International, di Collegno, in via Italia. L’azienda infatti, si è appena auto dichiarata come “produzione essenziale”, riaprendo i reparti e avvisando i dipendenti della ripresa dell’attività. Fino a qui una buona notizia, incrinata però dalla comparsa delle autocertificazioni distribuite agli ingressi.

Questi documenti, che ormai siamo tutti abituati a firmare all’ingresso di qualsiasi luogo pubblico o privato, hanno destato subito il sospetto dei responsabili della sicurezza dei lavoratori, i quali hanno chiesto spiegazioni. Una delle voci infatti, chiedeva di confermare di non essere entrati in contatto con persone positive al Covid-19 nei quattordici giorni precedenti, cosa a detta degli Rsu impossibile da confermare, quindi quella specifica voce doveva essere assolutamente tolta dalla dichiarazione, poiché gli operai non possono avere conferma di ciò che dichiarano. L’azienda in tutta risposta ha fatto accomodare fuori chi si è rifiutato di firmare.

Marcello Marino Rsu e Rsl della Fim-Cisl dello stabilimento della Elbi International: “Questa mattina io e alcuni rappresentati della sicurezza dei lavoratori, ci siamo rifiutati di firmare l’autocertificazione fornita dall’azienda, nello specifico l’ultima voce richiede di confermare di non essere entrati in contatto con persone positive al Coronavirus, cosa a nostro avviso impossibile da certificare, ma che se in caso di positività al Covid-19 all’interno dell’azienda, quest’ultima potrà scaricare la propria colpa sugli operai che hanno dichiarato il falso. Quindi abbiamo chiesto di eliminare la voce dal documento, la risposta è stata il nostro allontanamento dagli edifici aziendali. Aggiungo inoltre che l’azienda non ci ha mai coinvolti per quanto riguarda il piano di riapertura, che come da decreto Conte, impone la supervisione e l’accettazione del piano sicurezza  anche dalle parti sindacali, sopratutto al rientro da una pandemia. A nostro avviso l’azienda si è dimostrata poco disponibile nel garantire la tutela dei lavoratori”.

Paolo Bogliano

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