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sabato, 27 Luglio 2024

Divieto di affissione a Palazzo Nuovo. La fine di un’era?

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Da qualche giorno a questa parte quanti si sono recati nella storica sede universitaria di Palazzo Nuovo per attaccare locandine e annunci di vario tipo hanno avuto un’amara sorpresa: il tempo di tornare indietro e molto spesso il frutto del loro lavoro era già sparito.
A quanto pare, infatti, a partire da quest’Anno Accademico gli addetti alla pulizia del polo delle facoltà umanistiche di via Sant’Ottavio hanno avuto indicazione di rimuovere qualsiasi affissione dai muri interni ed esterni dell’Università. E la nuova regola sembrerebbe arrivare dall’alto, direttamente dagli uffici del Rettorato.
Vero è che fin dalla sua costruzione e apertura negli anni ’60, sulle pareti di Palazzo Nuovo campeggiano alcune targhette che riportano appunto il divieto di affissione. Ma nella memoria delle tante generazioni che si sono avvicendate lì dentro fino a oggi, il divieto è sempre stato ampiamente disatteso e le mura dell’Università sono anzi spesso diventate un punto di riferimento per annunci di case, locandine di concerti, manifesti politici e altro ancora.
Oggi l’autorizzazione all’affissione sembrerebbe essere limitata alle sole bacheche, che però sono in numero ridotto e comprensibilmente inadatte a ospitare tutte le esigenze di una sede universitaria che viene attraversata ogni giorno da migliaia di persone.
E infatti le nuove disposizioni sembrano non essere andate giù a molti e questa mattina un gruppo di studenti ha deciso di rispondere in maniera ironica e provocatoria al divieto. Sulle mura di Palazzo Nuovo sono così comparse decine di manifesti che riprendono la celebre immagine di René Magritte (“Ceci n’est pas una pipe”), riadattandola per l’occasione. Sulle locandine si vede infatti una finta circolare del Rettore Gianmaria Ajani che dispone il «divieto assoluto di affissione» al fine di «garantire un più ordinato svolgimento delle lezioni» e sotto una scritta in corsivo che recita «Ceci n’est pas une affiche».
Chissà che l’ironica provocazione di questa mattina, che ha raccolto lo sguardo incuriosito di molti studenti, non faccia fare qualche passo indietro su una decisione che segnerebbe un punto di svolta su una delle piccole e quotidiane regole che regnano all’interno dell’Università torinese.

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