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sabato, 27 Luglio 2024

Dito medio di Fassino, il sindaco attacca il grillino Bertola

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Il dito medio di Piero Fassino approda in Sala Rossa. Il clima è caldo a Palazzo Civico dopo il gestaccio del sindaco di Torino durante le celebrazioni per il Grande Torino al Filadelfia domenica 4 maggio, prima negato e poi ammesso in seguito al video diffuso dal consigliere del Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola. Una settimana dopo, il primo cittadino torna a parlare, attaccando proprio l’autore del filmato. «Un gruppetto ristretto mi ha incalzato con lancio di pietre e di lattine di birra, offendendo me e la mia famiglia – dice – Ho reagito alla violenza e alla minaccia fisica, ho reagito a chi voleva impedire di parlare a me e a tutti i torinesi che rappresento, con un gesto di reazione umana e istintiva».
«Mi sono ribellato – continua il sindaco – a una cieca prevaricazione e ho subito ribadito di non aver rivolto offese ai tifosi granata. Se qualcuno, non tra gli aggressori, ma tra i tifosi granata, si è sentito ferito, mi dispiace davvero. Calmatisi gli animi, non ho rinunciato a cercare anche il dialogo con alcuni degli aggressori». Ciò da cui Fassino si dice colpito, piuttosto, è appunto che «mentre ero impegnato a difendere la mia incolumità e la mia dignità di sindaco, ci fosse un consigliere comunale che, invece di sedare gli animi e contribuire a fermare l’aggressione fisica, stava usando il suo videotelefonino unicamente per trarne qualche profitto politico».
Dichiarazioni, la sue, che hanno provocato la spaccatura del Consiglio. Da una parte, la maggioranza fa fronte comune, o quasi. Dall’altra, nell’opposizione la parola d’ordine è critica, anche se formulata in diverse declinazioni. «La memoria del Grande Torino e’ una leggenda che appartiene a tutta la città – afferma il capogruppo del Partito Democratico Michele Paolino – Questa maggioranza, nonostante le risorse molto scarse, le ha trovate per ricostruire lo stadio Filadelfia. Il sindaco e’ una persona a cui può capitare di reagire agli insulti contro i suoi affetti. A noi non interessa un’idea vojeristica della politica, ma difendere le istituzioni e il consigliere Bertola non l’ha fatto». Il collega di partito ex Radicale Silvio Viale gli dà manforte: «Non credo che nessuno qui dentro abbia cambiato opinione su Fassino dopo questo gesto», così come anche il capogruppo dei Moderati Michele Dell’Utri: «Il sindaco è una persona educata, qui viene condannata l’eccezione mentre essere villani è la norma». Non si sbilancia troppo il capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà Michele Curto, che spezza una lancia a favore del primo cittadino a cui «va riconosciuto il merito di aver creduto davvero nello Stadio Filadelfia, così come la fragilità umana e la capacità di confronto di Fassino», parla di »polemiche inaccettabili» e di «strumentalizzazione di carattere elettorale», ma sottolinea «un’assenza pesante» (l’assessore allo Sport Stefano Gallo) e predica che «non venga perso il rapporto di fiducia con i cittadini raccontando bugie».
Molto duro, invece, Bertola, che si chiede retoricamente « perché sempre più cittadini contestino la città» e taccia Fassino di arroganza: «Lei arriva qui convinto di essere nel giusto», chiedendo che «Si scusi con i tifosi del Torino e si dimetta». Il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ribadisce che «Il punto non è avere un sindaco che perde le staffe, ma che ha mentito. Ora ogni torinese dubiterà di lui. Io sono dalla parte dei cittadini», mentre per Paola Ambrogio di Fratelli d’Italia annuncia di aver regalato al primo cittadino «un Tapiro d’oro, perché se il gesto è giustificabile con il nervosismo, la bugia non lo è». Paolo Greco Lucchina del Nuovo Centrodestra, infine, sposta l’attenzione sulla presenza del consigliere Michele Curto alla marcia No Tav di sabato scorso: «Il gesto di Fassino è stato un errore, ma ci sono fatti più gravi di cui si deve parlare in Consiglio».

 ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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