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sabato, 27 Luglio 2024

Dieci comuni torinesi registreranno i figli di coppie omogenitoriali

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Non solo Torino. Anche altri sindaci della provincia hanno deciso di registrare i figli delle coppie omogenitoriali ai registri dell’Anagrafe. Roberta Avola Faraci di Piossasco, Francesco Casciano di Collegno, Pacifico Banchieri di Caselette, Paolo Cugini di Gassino, Claudio Gambino di Borgaro, Claudio Martano di Chieri, Paolo Montagna di Moncalieri, Maurizio Piazza di Beinasco, Fabrizio Puppo di Settimo e Giampiero Tolardo di Nichelino, sono i primi cittadini che hanno accolto l’appello lanciato dal coordinatore del Torino Pride, Alessandro Battaglia e dalla consigliera comunale di Torino per il Partito Democratico, vice capogruppo in Città Metropolitana per il centrosinistra e vicepresidente della commissione Diritti e Pari Opportunità Maria Grazia Grippo, in seguito a quanto avvenuto sotto la Mole e in altre città italiana dove sono stati iscritti i bambini figli di coppie omogenitoriali.
«La primavera arcobaleno dei Comuni continua – dicono dal Torino Pride – Da sempre vicino alle istanze di Famiglie Arcobaleno, il Coordinamento, che da tempo sollecita tutte le Istituzioni a fare la loro parte con responsabilità, attenzione e coraggio, dopo avere accompagnato la sindaca di Torino, Chiara Appendino, in una decisione storica, applaude all’iniziativa della consigliera comunale torinese Maria Grazia Grippo che sta lavorando con i sindaci, e con il supporto della segreteria metropolitana Pd, dei più importanti comuni del torinese. Non possiamo che essere felici della decisione assunta dai dieci primi cittadini di mettersi a disposizione di tutte le coppie omogenitoriali che faranno richiesta di regolarizzare la loro posizione genitoriale».
Soddisfazione da parte di Maria Grazia Grippo: «La decisione di alcuni sindaci italiani di colmare con una assunzione di responsabilità un vuoto normativo nel quale lo Stato aveva lasciato precipitare singole cittadine e cittadini, insieme con i loro figli, era doverosa – dichiara la consigliera Grippo – Considero fondamentale che il caso di Torino e gli altri non restino isolati, soprattutto in questa delicata fase in cui alto è il rischio di ripercussioni di nuovo sulla pelle di quelle famiglie che un legislatore cinico ha creduto di poter ignorare, scaricando ogni decisione sui tribunali».
«Ringrazio i sindaci che hanno già dato disponibilità ad aderire all’iniziativa – aggiunge il segretario metropolitano del Pd Mimmo Carretta e spero che l’appello contenuto nel documento diventi virale sul territorio mostrando al Paese il carattere che contraddistingue i nostri amministratori locali nella tutela dei diritti delle persone». 
Ecco il testo del documento sottoscritto dai dieci sindaci:
“La decisione di alcuni Comuni italiani di registrare all’Anagrafe i figli delle coppie omogenitoriali con i nomi di entrambe le madri o i padri è una scelta che condividiamo. 
Crediamo infatti sia un atto dovuto nei confronti dei nuovi nati affinché le prerogative di cittadinanza, che spettano loro di diritto, siano riconosciute da subito e a pieno titolo, dunque nel rispetto anche della verità storica del loro concepimento.
Crediamo inoltre sia un atto dovuto nei confronti dei genitori, già cittadini di diritto e a pieno titolo cui nessuna articolazione dello Stato può chiedere di addomesticare la realtà nella compilazione di un documento ufficiale.
Crediamo sia indispensabile arrivare al più presto a una uniformità di trattamento in tutto il Paese, cosa che impone modifiche di legge sul piano nazionale, in linea con i pronunciamenti europei in materia e in grado di tutelare ogni famiglia nella sua espressione autentica – e non teorica o ideologica – per garantire innanzitutto i soggetti più deboli, ossia le figlie e i figli.
Nel percorso che dovrà condurre il Paese a tale irrinunciabile e non più rinviabile traguardo, siamo convinti, come primi cittadini, di dover fare la nostra parte e assumere sulle nostre spalle le conseguenze derivanti da una normativa chiaramente inadeguata.
Perciò di fronte a legittime richieste di registrazioni anagrafiche da parte di coppie omogenitoriali dichiariamo da ora l’intenzione di rispondere positivamente, sia che si tratti di trascrizioni complete di certificati per nascite avvenute all’estero sia che si tratti del riconoscimento di bambini nati in Italia.
Invitiamo gli altri sindaci a fare altrettanto, sottoscrivendo questo documento e onorando nei fatti l’impegno di rappresentanza e di responsabilità che è proprio del nostro ruolo”

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