Un giardino abbandonato chiuso con un lucchetto. Incuria, spazzatura per terra e soprattutto siringhe, lasciate lì come se nulla fosse. Forse lo scenario non è così originale in una città dai mille volti come Torino, ma lo stupore cresce quando si scopre che la scena di degrado è nella centralissima piazza Emanuele Filiberto, in pieno quadrilatero. Ebbene sì: che le pittoresche strade, solo qualche anno fa scintillante centro della movida più chic (quelle persone, per intendersi, che preferivano il ristorantino alla moda e poi un raffinato cocktail alla musica a tutto volume dei Murazzi), abbiano perso un po’ di smalto è cosa nota. Quello che vediamo, però, va oltre la trascuratezza di un posto un po’ passato di moda. Qui si parla di vero e proprio abbandono dell’unica area verde nell’arco di centinaia di metri. E di pericolo, visto nel frattempo è diventato il luogo dove i tossici vanno a bucarsi, senza che nessuno si curi di pulire o perlomeno raccogliere le siringhe.
Ora, la domanda sorge spontanea: in una città che sta cercando di reinventare la propria immagine, puntando sulla vivibilità, sui parchi, sul traffico limitato, come si può trascurare come se niente fosse un piccolo gioiello lasciato in rovina come questo? È davvero possibile che nessuno ne sappia niente? E ancora: mentre vengono inaugurati nuove aree verdi e le macchine tenute sempre più lontane dal centro di Torino, con via Roma chiusa al traffico nel weekend, perché nessuno si preoccupa di fermare un degrado che sembra destinato ad espandersi?
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