La Regione Piemonte presenterà una proposta di legge nazionale sulle tutele per i lavoratori della Gig Economy. La notizia arriva dall’assessora al Lavoro Gianna Pentenero e dai capigruppo in consigli regionale Domenico Ravetti del Partito Democratico e Marco Grimaldi di Liberi e Uguali.
L’idea è di estendere «a rider, fattorini e a tutti i lavoratori delle piattaforme tecnologiche di una serie di diritti universali tra cui, ad esempio, il diritto a condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese commisurate all’utilizzo dei propri mezzi, il diritto a godere di tutele assicurative e previdenziali, ad accedere alla formazione, ma, soprattutto, a un salario minimo legale». Inoltre viene proposto il divieto della retribuzione a cottimo e un orario di lavoro settimanale non inferiore alle otto ore.
Per accelerare l’iter di approvazione, i capigruppo di maggioranza hanno chiesto a tutte le forze politiche di poter discutere la proposta di legge “Disposizioni in materia di lavoro mediante piattaforme digitali”, in una commissione legislativa.
«Chi lavora nel settore della Gig Economy – spiega Marco Grimaldi – si colloca in una zona grigia tra il freelance e il dipendente, ma gli elementi di subordinazione sono numerosi, il rischio è tutto schiacciato sulle sue spalle e, soprattutto, in molti casi viene pagato a cottimo».
Aggiunge Grimaldi: «Si tratta di una proposta di legge al Parlamento poiché, in base all’articolo 121 della Costituzione, le regioni possono presentare pdl alle Camere. Perciò è in Italia il primo tentativo di normare questo settore a livello nazionale, dal momento che la legge elaborata dalla Regione Lazio ha una ricaduta esclusivamente locale. Se il governo ha intenzione di intervenire su questa materia, vorremmo che ne tenesse conto. Per questo chiediamo a tutti i gruppi regionali un iter accelerato per farla approdare alle Camere al più presto».
Dalla Regione Piemonte una proposta di legge a tutela dei lavoratori della Gig Economy
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