di Daniele Valle*
Grazie ad un emendamento inserito nel DDL “omnibus” la Regione Piemonte entra finalmente a far parte delle regioni italiane più virtuose nelle politiche del lavoro a favore dei soggetti più deboli.
Attraverso questa misura si è sancito l’impegno a destinare una quota minima del 5% annuale degli affidamenti a terzi ad operatori economici che si inseriscono nel mercato del lavoro soggetti con disabilità e persone svantaggiate. E non sono briciole, se è vero che si parla di più di 25 milioni di euro ogni anno che equivalgono a quasi 1000 persone impiegate. A questo proposito ci siamo ispirati all’esperienza fortemente positiva del Comune di Torino, che da molti anni utilizza un sistema simile, anche se nell’ultimo anno la nuova amministrazione non lo ha praticamente utilizzato, creando un grave danno in termini di impatto sociale.
Il meccanismo è semplice ed è anche previsto dal nuovo “Codice Appalti” nazionale: le varie direzioni regionali possono scegliere ogni anno gli appalti che sono più indicati a questo scopo, come ad esempio pulizie, servizi di vigilanza e guardiania, ecc… In questi casi le aziende che concorrono sono obbligate a destinare il 20% delle ore lavoro a persone svantaggiate o disabili, persone che normalmente non troverebbero sbocchi nel normale mercato del lavoro, “pesando” invece sul welfare pubblico.
Una iniziativa che, pur non mettendo in dubbio i meccanismi di concorrenza tipici che disciplinano le forniture al settore pubblico, riesce a portare avanti delle politiche sociali utilizzando un meccanismo innovativo che di fatto non va a pesare sulle finanze dell’ente. Un sistema analogo è stato adottato lo scorso anno anche dalla Regione Lombardia, con risultati molto interessanti: dai primi dati emerge che l’ente pubblico, attraverso una riduzione di erogazione di sussidi di disoccupazione o simili per effetto dei nuovi lavoratori, ha di fatto risparmiato risorse, con l’aggiunta di aver migliorato la condizione di vita di moltissime persone.
Oltre alla soddisfazione di vedere approvata una proposta sulla quale mi sono adoperato insieme a molti operatori del settore, mi auguro che questa iniziativa, riservata al momento al solo ente regionale, sia presa ad esempio dalle amministrazioni provinciali o comunali che possano in questo modo moltiplicarne l’effetto.
*consigliere regionale Pd