Studenti dal corteo a un incontro con Piero Fassino. E’ successo oggi 12 dicembre, terzo giorno di manifestazioni e proteste dei ragazzi degli istituti tecnici e professionali di Torino. Anche loro con i tricolori e i cori contro Cota (e in parte contro Fassino), ma con tante facce di tutte le etnìe presenti a Torino.
L’incontro dei cinque rappresentanti studenteschi col sindaco è stato invece molto pacato, i ragazzi erano quasi timidi e le tematiche e le rivendicazioni esposte molto circostanziate e concrete. Riscaldamenti che non funzionano, sicurezza negli edifici non garantita, stage formativi troppo pochi e brevi, corse di autobus mattutine diminuite. Il primo cittadino ha risposto dando la disponibilità della sua Giunta a fare quello che si può, ma innanzitutto e sicuramente a far pressioni sulle categorie produttive e le aziende per una maggiore apertura alla formazione degli studenti tecnici e professionali.
Credo sia particolare, curiosa e degna di riflessione la genesi, la nascita di questo incontro. Nè agli studenti – che pure da quando manifestano dopo il 9 dicembre passano sotto il Comune – nè a Fassino o ai suoi collaboratori era venuto in mente che fosse possibile incontrarsi. Stavo osservando e ascoltando i manifestanti in piazza Palazzo di Città quando ho sentito un ragazzo lamentarsi al megafono: «Tre giorni che veniamo, e nessuno che ci ascolti o ci chieda perchè». Ho chiesto a uno di loro se avrebbero accettato di essere ricevuti in tre o quattro, mi ha risposto incredulo di sì. Son salito in Consiglio, ne ho parlato con Grimaldi e Borgogno, che ne han parlato col sindaco e con una triangolazione telefonica è nato l’incontro delle 14 e 30.
Forse episodi del genere si potevano e si potrebbero moltiplicare, invece di stare a guardare in cagnesco la apparente rozzezza dei manifestanti.
Paolo Hutter
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