È iniziato sulle note di una canzone di Rino Gaetano, “A mano a mano“, l’evento con il quale Mauro Laus, attuale presidente del Consiglio regionale del Piemonte e candidato del Partito Democratico all’uninominale per il Senato a Torino, Piemonte 4, ha chiamato a raccolta, questa mattina all’Auditotium del Lingotto, circa duemila persone, tra amici, simpatizzanti e cittadini, per l’invito al voto del prossimo 4 marzo. Un invito a cui ha voluto apporre il sigillo anche il segretario nazionale Dem Matteo Renzi, inseritosi nella scaletta del Lingotto solo pochi giorni fa.
Primo a parlare sul palco il padrone di casa, Mauro Laus, che ha iniziato il suo intervento con il commento alla lettera strettamente riservata inviata dalla Bce al governo italiano, datata 5 agosto 2011, firmata dal presidente Jean-Claude Trichet a Mario Draghi. Una missiva pubblicata anche sul Corriere della Sera, in cui la banca centrale europea invitava l’Italia ad adottare con urgenza drastiche misure di risanamento economico. Tutto questo mentre, nel Paese, l’allora premier Silvio Berlusconi negava l’esistenza della crisi economica, ha commentato il presidente.
«Noi del Pd, con il governo Gentiloni, siamo l’equipe medica che ha salvato il paziente Italia, somministrando la terapia d’urgenza: i cento punti. Siamo quelli delle cento cose fatte, siamo quelli che vogliono più Europa e non quelli delle promesse irrealizzabili e dei facili consensi». Oltre a tratteggiare un bilancio su quanto fatto finora dal Partito Democratico, il messaggio lanciato questa mattina da Laus è stato chiaro: «Lavorare tra la gente e per la gente, continuando a portare avanti, cosi come ha fatto in Piemonte anche sul piano nazionale, temi come l’istituzione per legge di un salario minimo orario e il sostegno ai familiari che accudiscono in casa disabili cronici non autosufficienti, taglio ai costi della politica».
A scaldare la platea, in attesa della chiusura riservata al segretario Renzi, il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che ha esordito con un «Ce la possiamo fare, ce la possiamo
«Cercare un progetto di unità – continua Chiamparino – è ancora possibile, solo se il Pd e il centrosinistra saranno la spina dorsale del Parlamento. Solo cosi sara’possibile avviare unita’strategica e programmatica. Abbiamo tre bandiere da poter sbandierare con orgoglio: la credibilità di una classe dirigente. L’orgoglio di appartenere a un partito che ha saputo far compiere un passo epocale al nostro paese sui diritti civili e poi, infine, la passione di una comunità politica, una passione che e’fatta di convinzione e umiltà».
«Oggi, più che mai, serve mettere in campo competenza e passione – esordisce il segretario metropolitano Mimmo Carretta – Serve riaprire quel cassetto che sembra chiuso ma che custodisce sogni che hanno ancora bisogno di noi per essere realizzati. Ci servono ancora 250 metri di sacrificio. gli ultimo 250 metri di Seul di quel 25 settembre di 30 anni fa. Ai nastri di partenza dello specchio d’acqua coreano, ci sono i fratelli Abbagnale. Quelli che con il timoniere Di Capua avevano trionfato a Los Angeles solo quattro anni prima».
Come annunciato da scaletta a chiudere la mattinata arriva Matteo Renzi. «Quello che è accaduto in questi anni e oggi su questo palco, dimostra che noi stiamo giocando sui contenuti e non sulla pancia. Stiamo lavorando “sull’andare avanti” . Ci crediamo». «Oltre ad affrontare i temi della sicurezza, immigrazione, vaccini, Renzi rivolge un appello a a tutti i presenti «restiamo umani». «È inaccettabile – ribadisce il segretario nazionale – l’atteggiamento di chi in questa campagna elettorale mette in discussione l’onestà degli uomini e le donne di questo partito».