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sabato, 27 Luglio 2024

Dai pedaggi autostradali il regalo per il 2014

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

I Ministeri per le Infrastrutture e per l’Economia hanno firmato i decreti relativi agli aumenti dei pedaggi autostradali. L’aumento medio è del 3,9% come quello dello scorso anno. Quindi in due anni i concessionari delle autostrade vedranno aumentare i loro introiti dell’8% circa.
A questi “adeguamenti” dovrebbero corrispondere adeguati miglioramenti del servizio sulla rete autostradale. Miglioramenti che rimangono, in gran parte, sulla carta, come ben sanno gli utenti costretti a frequenti rallentamenti e interminabili code per lavori che non finiscono mai e disagi per cattiva informazione e manutenzione.
Ma dove sono i grandi vantaggi della gestione privata dei servizi tanto sbandierata dalla nostra destra neoliberista? Privato è bello, privato è economico ed efficiente ci ripetono sino alla noia e vorrebbero privatizzare anche la gestione degli acquedotti (garantendo ai gestori un utile minimo del 7%) malgrado il referendum che l’ha bocciata sonoramente.
La rete autostradale è un settore di primaria importanza per l’economia del paese. Una gestione pubblica ben funzionante aperta a forme di partecipazione degli utenti credo che potrebbe dare migliori risultati a costi minori.
A questi aumenti tariffari si aggiunge l’incremento del prelievo fiscale su benzina e gasolio cui intende ricorrere, con imperdonabile originalità, anche il Governo Letta (ma l’equità anche nei sacrifici è scomparsa?). Come si vede c’è di che preoccuparsi per le pesanti conseguenze sul trasporto delle merci e sul suo effetto a cascata. Si, perché l’85% delle merci viaggia in Italia su gomma. E un aggravio dei costi avrà pesanti ripercussioni sul costo della vita riducendo ulteriormente il già basso potere d’acquisto degli italiani. E’ esattamente l’opposto di quanto sarebbe necessario per sostenere la domanda interna in funzione del rilancio dell’economia.
A quando un Piano Nazionale dei trasporti eco ed euro compatibile per ridurre costi economici, umani ed ambientali e per rendere il trasporto merci meno vulnerabile a forme estreme e pericolose di protesta ? Dubito che questo governo abbia la forza (e la volontà?) di vararlo.
Se si scorre l’elenco degli aumenti dei pedaggi si nota che in alcuni tratti autostradali del Piemonte l’aumento biennale è attorno al 10%, cioè due punti sopra la media nazionale. Dato che la crisi sta colpendo duramente la nostra regione la giunta Cota non ha nulla da obiettare? Forse una presenza meno assidua in TV del Presidente e più attenzione a quelle realtà che penalizzano i piemontesi non guasterebbero.
Marco Liberatori

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