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domenica, 8 Settembre 2024

Costigliole d'Asti, quel silenzio assordante sulla scomparsa di Elena Ceste

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Non c’è traccia di Elena Ceste, la 38enne madre di quattro figli scomparsa dalla piccola frazione Motta Costigliole d’Asti.
Nonostante le ricerche continuino ancora sulle sponde del fiume Tanaro e in tutta la zona attorno alla loro casa nella zona di San Pancrazio, di Elena non si hanno notizie. Cadono nel vuoto anche gli appelli dei familiari, del marito e dei figli.
Ormai è passato quasi un mese dalla fredda mattina del 24 gennaio. È un’Elena diversa quella che si sveglia al mattino dopo una notte inquieta in cui diceva di sentire le voci, in un chiaro stato confusionale. Chiede al marito di portare lui i bambini a scuola perché lei non si sente bene. Poi lo implora di non lasciarla da sola, di rimanere tutti a casa. Allora Maurizio Buoninconti, vigile del fuoco di Alba, le propone di andare a fare due passi, di prendersi un po’ di tempo per loro, per stare insieme tranquilli. Ma Elena non se la sente e declina la proposta dicendo di avere delle faccende da sbrigare.
Venti minuti trascorrono fino al rientro del marito. E a quel punto è tutto cambiato: sua moglie non è in casa. Sul tavolo la fede nuziale, in giardino i vestiti che aveva indosso. Tutt’attorno la neve.
L’ultima a vedere Elena a casa è la vicina, che la nota fuori dalla porta in maniche corte.
Poi nessuna traccia. Forse qualcuno l’ha portata via. Qualcuno che conosceva però, perché i cani non hanno abbaiato.
Le notizie e le voci di paese si si susseguono, fondendosi come se all’improvviso a Motta tutti conoscessero parti di verità su Elena. Come un puzzle gigantesco dove però i pezzi non combaciano, non si incastrano. Un vociare forte che però non riesce a far breccia come luce nell’oscurità in quel silenzio così assordante.
E allora si tenta o almeno così stanno facendo gli inquirenti di verificare parola per parola.
Si era vista qualche volte con un uomo conosciuto su Facebook. Quell’uomo è stato già ascoltato ma non sembra c’entrare nulla con la vicenda.
Si cerca di capire perché la 38enne avesse avuto il bisogno di bloccare il suo profilo sul social network affinché nessuno potesse scrivervi. Diceva di sentirsi perseguitata. Almeno questo aveva confidato ad alcune sue amiche.
Per ora i tanti interrogativi rimangono senza risposta. E cresce l’angoscia di chi le voleva bene.
Intorno rimane quel silenzio assordante, quel vuoto struggente che ha lasciato Elena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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