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martedì, 3 Dicembre 2024

Congresso Pd, dagli orlandiani un invito all’unità: “Ma non torniamo al passato”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di A.D.

Gli orlandiani si preparano al congresso torinese di ottobre. Niente nomi, per il momento, da presentare come candidati per la successione di Fabrizio Morri alla segreteria provinciale, ma un documento da parte della corrente di minoranza dem.
«Il prossimo congresso deve essere l’occasione per avviare una nuova fase, per aprire una nuova stagione politica, per riavvicinare alla politica e al Partito Democratico i giovani e tutti coloro che in questi ultimi anni si sono allontanati», si legge nel documento.
La ricetta: «Lavorare per rilanciarne l’organizzazione, per restituire ai circoli il ruolo fondamentale previsto dallo Statuto, per ridefinire chiari e comprensibili obbiettivi politici, per mettere al centro del nostro impegno la ripresa economica, il lavoro, la previdenza, la lotta alla povertà e la sicurezza dei cittadini. Occorre reagire ad un clima di demagogia che, in ogni aspetto della vita sociale, punta ad esasperare gli animi rendendo più difficile la soluzione dei problemi».
Secondo “la sinistra” la sconfitta del Partito Democratico, battuto da Chiara Appendino e Cinque Stelle, non è stata abbastanza discussa all’interno del partito: «Non si tratta di scaricare le responsabilità su qualcuno, giacché è tutto il PD che è in crisi di rapporti con il suo elettorato. Qualche segnale in controtendenza per fortuna si è manifestato con l’ultimo voto amministrativo, che ha consentito di conservare o riconquistare importanti Comuni del territorio metropolitano. Ma la crisi non è alle nostre spalle e c’è molto lavoro da fare».
«Noi questo lavoro lo vogliamo fare, perché del Partito Democratico vogliamo prenderci cura e vogliamo farlo con tutti coloro che si dichiareranno interessati e disponibili». Quindi un invito all’unità, ma dev’essere chiaro che non si può tornare al passato, dicono: «La candidatura alla segreteria metropolitana potrebbe essere condivisa se costruita con un metodo di confronto, al fine di ricercare i quadri migliori, valorizzando tutte le energie a partire dai risultati congressuali della scorsa primavera».
«Proposte chiuse e unilaterali, nella logica del “prendere o lasciare”(che non sono cioè il risultato di un percorso condiviso o che non lasciano spazio per alcuna valutazione e scelta) non farebbero altro che riportarci ad una situazione di conflitto».
«A Torino, c’è bisogno di un rilancio collettivo, perché è il Partito nel suo insieme ad essere in discussione».
Nomi come detto non se ne fanno: al di là dei “pettegolezzi” e voci di corridoio nessuno è ancora sceso in campo. Comunque l’orlandiano Enzo Lavolta, proprio nel nome del confronto, si rivolge così agli ipotetici candidati: «Sull’imponente piano di dimissioni societario annunciato da Appendino, che ha un evidente impatto sull’intera area metropolitana torinese, chi si candida a guidare il Partito Democratico che idea ha?».

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