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domenica, 8 Settembre 2024

Il Comune di Torino prepara 5 mila posti letto per gli universitari

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Buone notizie per gli studenti torinesi: il nuovo piano di sviluppo delle residenze per studenti ha aggiunto 5 mila nuovi posti letto nel sistema universitario del capoluogo piemontese. La Giunta ha approvato oggi in Consiglio Comunale il nuovo piano di sviluppo, primo tassello di un complesso processo di trasformazione urbana con l’obiettivo di raggiungere 10mila posti nel prossimo triennio.
«Il sistema universitario torinese rappresenta un fondamentale tassello nelle politiche di sviluppo urbano della Città» ha commentato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo che ha coordinato il lavoro di redazione del piano. Una scelta motivata per la Città di Torino che non può non tener conto dall’importanza dell’Università e del Politecnico, poli fondamentali sia per la crescita e lo sviluppo del capoluogo piemontese, sia per la crescita nel panorama europeo, contando oltre 100 mila studenti, di cui oltre 20 mila provenienti da fuori regione tra i quali 10 mila dall’estero. Numeri che da anni spingono l’amministrazione del capoluogo piemontese a rincorrere il “titolo” di Città universitaria.
«Dotare la città di opportunità di residenza per studenti va incontro alla costruzione di quel complesso sistema che caratterizza la vocazione universitaria di Torino e rappresenta inoltre un’ottima opportunità di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente sia pubblico che privato. La domanda di residenza universitaria – conclude Lo Russo – è infatti in continua crescita e politiche pubbliche atte ad incentivare processi di riconversione urbana a tali fini rappresentano pilastri fondamentali delle scelte urbanistiche dell’Amministrazione».
Nel documento approvato oggi in Sala Rossa, presentato dal sindaco Piero Fassino e dagli assessori all’Urbanistica Stefano Lo Russo, alla Città Universitaria Mariagrazia Pellerino e al Patrimonio Gianguido Passoni, vengono illustrate anche quali sono le zone della Città nelle quali sorgeranno le nuove strutture. La maggior parte delle aree sono di proprietà pubblica, alcune destinate a servizi, altre comprese in Zone Urbane di Trasformazione.

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