Scritto da Michele Paolino
Martedì si è concluso il confronto sul nuovo assetto organizzativo dell’ente, predisposto dal Segretario Generale Mario Spoto. Nella transizione da Provincia a Città Metropolitana, l’ente è passato da 2.000 dipendenti agli attuali 800: una vera emorragia.
Questa mutazione, unita alla modifica delle funzioni prevista dalla Legge Delrio, rendeva ormai improcrastinabile la revisione dell’organizzazione. Il nuovo impianto è complessivamente positivo, puntando sull’innovazione digitale e sulla riduzione del frazionamento (per esempio la contabilità sarà unica e gestita trasversalmente ai vari Dipartimenti).
Restano alcuni nodi critici quali la creazione di un vero e proprio corpo di polizia metropolitana (ritengo che sarebbe sufficiente riconoscere la qualifica a chi oggi svolge quelle funzioni, senza la necessità di creare un corpo a sé stante), la fusione degli agenti faunistici e della vigilanza ambientale (che terrei separati) e il potenziamento del personale sulle funzioni in avvalimento (cioè quelle funzioni svolte da personale della Città Metropolitana, ma pagato dalla Regione. Si tratta della protezione civile, della formazione professionale e della vigilanza ambientale. Potenziare queste categorie del personale è complicato perché è necessario un confronto con la Regione e attualmente le trattative non sono così a buon punto). Una volta avviata la riorganizzazione, partiranno le assunzioni e arriveremo ad avere 1.000/1.100 dipendenti (compresi quelli pagati dalla Regione), quindi le attività avranno un po’ di sollievo. Chiaramente monitorerò che sia data priorità all’assunzione di cantonieri, agenti faunistici, e delle altre figure di cui patiamo l’esiguità.
Queste sono le mie riflessioni sotto il profilo tecnico.
Sotto il profilo politico, mi sono lamentata per il ritardo con cui il M5S ha portato avanti la riorganizzazione, arrivando a giustificarsi con i tempi di avvicendamento tra Segretari Generali (quello nuovo è arrivato soltanto a dicembre). In realtà il mio gruppo consiliare ha iniziato subito a sollecitare sul tema, sin dalla nostra elezione ad ottobre 2016… Anche perchè in questo anno e mezzo a causa della necessità di riorganizzarsi la mobilità dei dipendenti è stata completamente inibita. Purtroppo per più di un anno abbiamo dovuto assistere ad un’inerzia profonda.
Adesso che la riorganizzazione sta diventando realtà, non faremo mancare il nostro attento monitoraggio, svolgendo il ruolo di controllo proprio della minoranza. Vi terrò aggiornati.