Il Castello di Miasino sul lago d’Orta, in provincia di Novara, confiscato al boss della camorra Pasquale Galasso, deve tornare nelle mani dei cittadini.
La decisione è stata presa oggi durante il consiglio regionale a Palazzo Lascaris, dove una mozione approvata all’unanimità, impegna la Giunta Chiamparino a realizzare un progetto concreto per il riutilizzo sociale del Castello.
Dopo la confisca alla camorra nel 2007 infatti, la tenuta, utilizzata oggi come location per eventi, risulta ancora gestita dall’agenzia Castello di Miasino srl, le cui quote sarebbero di proprietà della moglie del boss. Un’altra grave sconfitta per lo Stato, per l’mministrazione, ma soprattutto per i cittadini.
«Bisogna agire subito, va affermata coi fatti la legalità, dando seguito alla confisca fatta nel 2007» dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Rossi.
«Ora sarà la giunta Chiamparino – aggiunge Rossi- che dovrà farsi promotrice di un progetto concreto di riutilizzo del castello. Va interrotta la situazione inammissibile che un bene sequestrato a un camorrista sia ancora gestito dai suoi famigliari. La Regione dovrà farsi promotrice di una soluzione per rendere finalmente disponibile alla collettività un bene sottratto alla criminalità. I beni confiscati – conclude il consigliere – hanno anche un forte valore simbolico, è un dovere fare tutto il possibile per ridare valore a un bene sottratto ai cittadini attraverso soprusi e violenza».
Ora quindi, che sono state gettate le basi per un cambiamento concreto, non resta che aspettare, anche se dopo 7 anni dalla confisca, la speranza è quella di dare al più presto il Castello di Miasino una seconda vita.