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martedì, 22 Ottobre 2024

Caso Orlandi. Accetti accusa l’ex fidanzata: “Sei colpevole anche tu”. Presto la riapertura delle indagini?

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Moreno D'Angelo
Moreno D'Angelo
Laurea in Economia Internazionale e lunga esperienza avviata nel giornalismo economico. Giornalista dal 1991. Ha collaborato con L’Unità, Mondo Economico, Il Biellese, La Nuova Metropoli, La Nuova di Settimo e diversi periodici. Nel 2014 ha diretto La Nuova Notizia di Chivasso. Dal 2007 nella redazione di Nuova Società e dal 2017 collaboratore del mensile Start Hub Torino.

“Altro che mitomane, sei un mostro”. “Taci, tu hai partecipato al sequestro Orlandi”

Le ultime novità sul caso Orlandi non arrivano da un vegliardo in tonaca che vuole lavarsi la coscienza, ma da uno scambio di post infuocati tra Marco Fassoni Accetti e la sua ex compagna Patrizia De Benedetti. L’enigmatico fotografo, autoaccusatosi della partecipazione ai rapimenti Orlandi e Gregori come telefonista (l’amerikano) e come “attenzionatore” di ragazze, per la prima volta ha chiamato in causa qualcuno, coinvolgendolo nel rapimento.
Si, perché il fotografo che ha fatto ritrovare il flauto di Emanuela avvolto in un giornale dell’epoca, autore di un ampio memoriale sul caso, in 35 anni da quel giugno 1983 non aveva mai fatto trapelare nulla su chi fossero i suoi referenti, i suoi compagni d’azione o un cenno a chi tirava le fila del gioco che portò alla sparizione di due quindicenni. “Non sono un delatore” è stata fino ad ora la sua giustificazione ad un silenzio sui suoi referenti che ha fatto storcere il naso a tanti che seguono con passione questo caso.
Ora però, per la prima volta, Accetti nella pagina Facebook del giornalista-scrittore Fabrizio Peronaci ha accusato direttamente la sua ex fidanzata, all’epoca probabilmente “indotta” a compiere alcune operazioni.
Un ruolo, se appurato, quasi certamente inconsapevole e marginale (fu lei a scrivere le lettere poi spedite da Boston? La scrittura corrisponde? E ancora: fu lei a nascondere oggetti che potrebbero essere capi di vestiario delle due povere quindicenni?), ma che comunque la collocherebbe come testimone importante sulla scena, dunque elemento significativo ai fini di una possibile riapertura delle indagini dopo 35 anni. Dopotutto, le lettere di rivendicazione ci sono state e i vestiti di Emanuela e Mirella non sono mai stati ritrovati.
Insomma, parliamo di tasselli che giustificherebbero la riapertura del caso giudiziario, cancellato dall’archiviazione operata nel 2016 dal giudice, su richiesta del capo della procura di Roma Pignatone. Riapertura sempre più insistentemente sollecitata, a suon di esclusive e rivelazioni, dal Gruppo Fb di Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci, che da qualche settimana ha intrapreso una serie di iniziative non solo per descrivere i fatti (gioco di ricatti negli anni torbidi della P2, dello Ior di Marcinkus e del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi), ma anche per scoprire attraverso nuove testimonianze la verità su un caso che tanti vorrebbero insabbiare per le verità scomode che porta con se’.
Il mistero, comunque, pian piano si sta diradando . Come non sembrano più tanto astrusi nemmeno i codici criptati attraverso cui i rapitori comunicavano. Vi sono fior di testimonianze e documenti e registrazioni che parlano chiaro anche di ipotesi che sembravano forzature, come quella del ricatto per fare pressioni su Ali Agca, l’attentatore del Papa, in modo che ritrattasse le sue accuse ai Bulgari, per salvaguardare il dialogo tra i due blocchi negli anni della Guerra Fredda (ritrattazione avvenuta, guarda caso, sei giorni dopo la scomparsa della Orlandi).
Ora, il battibecco furioso tra Accetti e l’ex fidanzata fa compiere alla vicenda un salto di qualità: c’è un possibile complice e una verità da approfondire, ammesso che il sistema giudiziario italiano trovi la forza di sconfessare se stesso e riaprire un’inchiesta finalmente seria e incisiva su una delle vicende più tormentate e inquietanti degli ultimi 50 anni.

 
Foto dal gruppo Facebook Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci

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