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mercoledì, 9 Ottobre 2024

Carretta: “Primarie siano punto di partenza per costruire il domani della nostra città”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Il 2021 non è mai stato così vicino. E a Torino si respira già il clima di campagna elettorale. Ancora nulla di deciso, ma tanti discorsi e tante ipotesi. Alleanze, totonomi, bozze di programma. E di sicuro il centrosinistra non vuole farsi cogliere impreparato a una sfida che può avere il sapore di un vero e proprio riscatto. Le diverse forze della coalizione hanno iniziato le loro riunioni per mettere a punto le primarie con cui individuare il nome del candidato sindaco. Mimmo Carretta, segretario metropolitano del Partito Democratico, racconta come saranno le primarie e le prossime sfide del centrosinistra in attesa della primavera.
La corsa verso il 2021 è partita e si tratta ora di individuare il candidato. Cosa è emerso dalla recente riunione di coalizione?
Nel corso della riunione abbiamo innanzitutto preso un impegno. Tra il 15 dicembre e il 15 gennaio prossimi ci saranno le primarie. Un momento di democrazia per la città che si svolgerà in sicurezza. Come centrosinistra crediamo che sia necessario adattarsi alle differenti situazioni, senza rinunciare agli appuntamenti ma prendendo tutti gli accorgimenti del caso. Lo abbiamo fatto con la Festa de L’Unità che si è svolta in una nuova e insolita veste itinerante nel rispetto delle misure anti-Covid. E così sarà per le primarie: pensiamo che siano uno strumento virtuoso, un momento di partecipazione e una parte di un percorso di condivisione di idee e valori, per questo si devono svolgere e in sicurezza. 
Il nostro impegno è di arrivare a inizio 2021 con un candidato e per questo le primarie non si possono escludere: vogliamo avere la garanzia che sarà il territorio a scegliere il candidato sindaco o sindaca. E a dargli un’investitura popolare. Ma vogliamo anche che siano primarie di idee e di partecipazione.
Intanto stanno circolando diversi nomi. Saranno questi i candidati? 
I nomi che sono stati fatti in queste ore sono tutti autorevoli. Credo anche che il Pd abbia i numeri e le competenze per rivendicare la leadership della coalizione, ma accogliamo con favore anche l’allargamento che si sta registrando oltre il perimetro dei partiti. Rispetto alle voci vedremo chi davvero si presenterà ai nastri di partenza. 
Poi è vero che i nomi sono importanti, ma contano anche i programmi e il percorso comune che si vuole intraprendere. Quello che si sta delineando è un centrosinistra riformista, baluardo contro l’avanzata delle destre e alternativa rispetto a chi ha governato la città in questi ultimi anni. 
Eppure non tutti dentro la coalizione sembrano così convinti della linea proposta…
Ci sono sensibilità diverse che emergono all’interno della coalizione e di queste si terrà conto. Però mai come ora è il momento di guardare avanti per il bene della città, di una Torino che ha sofferto e ora ha urgenze da risolvere come le diseguaglianze sociali, i problemi ambientali e quelli della mobilità. Temi su cui in questi mesi attraverso i forum e i dibattiti alla Festa de L’Unità e daremo il nostro contributo alla coalizione. 
Una sfida ambiziosa…
Si, penso che ciò a cui dobbiamo ambire è riuscire a diradare quella cappa di sfiducia che si è impossessata della città. È un’impresa difficile, ma che si può vincere attraverso le idee e la loro condivisione con le persone e la società. Torino ha delle potenzialità enormi che vanno rispolverate e messe in mostra. Riscopriamo il rispetto per la città e le sue vocazioni. Le primarie devono essere anche queste: un momento in cui tutta la città è chiamata ad esprimersi su un domani da costruire tutti insieme. 

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