Sono cinque i consiglieri della maggioranza pentastellata che hanno firmato l’interpellanza generale sul caos anagrafe che vede come primo firmatario il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale Stefano Lo Russo.
I nomi di Cataldo Curatella, Serena Imbesi, Francesco Sicari, Federico Mensio e Carlotta Tevere si sono aggiunti ai consiglieri dell’opposizione di centro destra e centro sinistra che chiedono che venga fatta chiarezza sui disagi di queste mesi, legati al nuovo servizio di rilascio di carta d’identità elettronica.
“Identità virtuale, disagio reale di lavoratori e cittadini: è questa l’innovazione?” è il titolo dell’interpellanza calendarizzata per lunedì primo ottobre. La carta che chiede che la sindaca Chiara Appendino e l’assessora Paola Pisano portino a conoscenza della Sala Rossa «quali interventi si stanno realizzando per poter risolvere efficacemente una situazione divenuta ormai insostenibile».
Nell’interpellanza si osserva anche come oltre ai disagi ai cittadini e il forte stress dei lavoratori dell’anagrafe «l’immagine della Città, come Amministrazione, ne esce particolarmente sminuita»
Spiega il primo firmatario Stefano Lo Russo: «La surreale situazione dell’anagrafe centrale non può andare avanti così, ci attendiamo da Appendino e Pisano risposte chiare ma soprattutto azioni concrete. I torinesi hanno tollerato fin troppo». Poi il capogruppo Pd evidenzia che alla Pisano «in questi mesi non le abbiamo contestato i viaggi in California, i droni, le centinaia di ore passate a convegni sull’innovazione invece che risolvere i problemi del Comune. Ma adesso è davvero troppo».
Non possono non saltare all’occhio, come dicevamo all’inizio, le cinque firme della maggioranza. Che per Paola Pisano siano tornati i tempi bui come si mormorava a Palazzo di Città alcuni mesi fa? Un avviso di sfratto per quella che viene considerata una delle 15 donne più influenti per il digitale in Italia. Sono molte le risposte che ora la Pisano dovrà dare non solo ai consiglieri, ma soprattutto ai torinesi per non tornare sulla graticola, e con più di un piede fuori dalla giunta.