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sabato, 27 Luglio 2024

Asti, scandalo Atc: nessun consiglio comunale aperto, ma le indagini vanno avanti

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Silvia Musso
Ancora un consiglio comunale privo, nell’ordine del giorno, del caso Atc. È stato indetto per domani 30 aprile alle 18,30 e se la trattazione delle pratiche non si esauriranno in questa prima seduta i lavori continueranno l’8 maggio.
Numerosi saranno, infatti, i punti da trattare, ma tra questi non risulta la situazione dell’Atc, ente che gestisce le case popolari di Asti e che, da febbraio scorso, si trova al centro di un’indagine della Procura. Protagonista l’ex direttore Pierino Santoro accusato di peculato per essersi trattenuto una parte di denaro in contante che gli inquilini versavano per affitti e spese (avrebbe rilasciato regolare ricevuta, ma non versato il denaro sui conti Atc), e di aver utilizzato una carta di credito intestata all’Atc per spese personali non autorizzate.
Nei mesi scorsi da più parti, sia del mondo politico sia della società civile, sono arrivate richieste per organizzare un consiglio comunale aperto e discutere della situazione attuale di completo stallo e per capire come ripartire, se con nuovi vertici decisi dal Consiglio d’Amministrazione o dalla Regione, e quale sarà il futuro dell’ente e delle persone in attesa di una casa.
Mentre l’atteso consiglio comunale sembra slittare di continuo, le indagini, al contrario, proseguono.
Le verifiche contabili dei revisori dei conti e della Finanza hanno accertato un buco complessivo di oltre 7 milioni di euro, che sarebbe stato causato in dieci anni da Santoro. Proprio a causa di questo ammanco nei giorni scorsi la Guardia di finanza ha sequestrato la villa di Mongardino, in provincia di Asti, di proprietà dei familiari di Santoro. Nella stessa ordinanza il giudice ha anche bloccato alcuni conti correnti ritenuti riconducibili alla famiglia Santoro.

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