Non resta che aspettare. E sperare, aggiungiamo noi. Ma fino a quando il governo amico non aiuterà a sanare la situazione, il conti del Comune di Torino saranno disastrosi.
Già un gap delle entrate, che come ha affermato l’assessore al Bilancio di Torino, Sergio Rolando, che allarga il buco di bilancio per il 2020 tra i 230 e 250 milioni di euro
Dice Rolando: “Nella prima metà di maggio dovrebbe arrivare il decreto governativo per risolvere il gap delle entrate”.
La stima: 85.000.000 di euro in meno dalla riscossione dell’Imu (circa il 30%), 11 milioni per l’addizionale Irpef (calcolata al -10%). una perdita di circa 22 milioni di euro (il 45% in meno degli incassi previsti a inizio anno, quella registrata dalle multe che non vengono fatte, vista l’emergenza Coronavirus. La sospensione della tassa di soggiorno di marzo inciderà per il 60% in meno nelle casse di Palazzo Civico (5.000.000), il -30% in meno dalla Tari, domestica e commerciale (60.000.000).
Calo del 40% per Cosap (21.000.000), pubblicità (4.700.000 euro) e altri tributi (650.000).
La perdita dai servizi scolatici è stimata sui 1.850.000 euro per gli asili nido e 9.775.000 per i servizi alla scuola. Sempre se a settembre si riapre.
Scendono del 50% gli incassi derivati da attività culturali, sport e turismo (2.130.000).
Perdita del 10% legata ai servizi sociali (120.000) e del 20% per le attività di diritto amministrativo (800.000).
Per le concessioni si stimano -2.450.000 euro, mentre le sospensione del pagamento della Ztl e dei parcheggi per tre mesi porterà 2.200.000 euro in meno a bilancio.
Se si aggiungono altre generiche entrate extratributarie da 600.000 euro il conto è fatto: 232.125.000 di buco di bilancio.
“Tra le minori spese derivate dall’emergenza stimiamo 4-5.000.000 di euro di bollette e consumi energetici in media – spiega il direttore finanziario del Comune di Torino, Paolo Lubbia-. Più 300.000 euro al mese di buoni pasto. Nel campo delle mense, invece, quello che risparmiamo lo ritroviamo come minor entrata, quindi si vanno a compensare”.
Per quanto riguarda le voci di bilancio “non ancora impegnate a oggi risultano 190 milioni di euro- conclude Lubbia-. Di questi, 90.000.0000 sono interessi passivi da corrispondere alla banche e 15.000.000 sono trasferimenti indifferibili agli enti culturali e alle partecipate”.