Ho dei testimoni: il titolo era pronto già da ieri, da prima di avere la conferma che certamente stiamo per assistere ad un remake di “Natale coi fiocchi”.
Come promesso la giunta comunale vara per la fine di marzo “Aspettando Cioccolatò”, un’anteprima, un assaggio della ormai tradizionale manifestazione autunnale dedicata al cioccolato, a chi lo produce e, ovviamente, a chi lo consuma.
Primo intoppo: la giunta non si accorge che nella stessa data, con arrivo nella stessa piazza, ci sarà la mezza maratona sponsorizzata dal Banco Santander. Ma non era stata fatta, e presentata con squilli di tromba, una programmazione degli eventi cittadini? Ma gli uffici, gli assessori, non si parlano fra di loro?
Secondo intoppo: chi organizza? La delibera fa intendere che sarà organizzata direttamente dal Comune insieme alla Camera di Commercio, ma poiché non immagino il direttore generale di Camera di Commercio impegnato nei prossimi giorni ad occuparsi di stand e di espositori, di comunicazione, di iniziative collaterali, di suolo pubblico e quant’altro, la delibera non ci dice chi, selezionato con quale metodo e soprattutto pagato con quali soldi si occuperà concretamente ed operativamente di organizzare l’evento.
Terzo intoppo: ma non si doveva provare a portare qualche evento importante fuori dal centro? Un’anteprima, cosi come gli spazi off o i fringe, non si svolge negli stessi luoghi o con le stesse modalità dell’evento principale, altrimenti ne diventa una copia sbiadita, una caricatura più che una miniatura. Fuori dal centro ci sono moltissimi luoghi adatti e anche legati alla tradizione dolciaria torinese, nel quartiere Aurora per esempio nello spazio di cento metri ci sono due tra le gelaterie più frequentate di Torino, una famosa cioccolateria e il laboratorio negozio di uno dei maestri del cioccolato di fama internazionale. Ci sono spazi e contesti che si prestano a quelle sperimentazioni che sono proprie di un’anteprima e che permetterebbero, per una volta, di essere coerenti con quanto annunciato e sbandierato ma mai realizzato.
Quarto intoppo: se l’iniziativa coinvolge la Camera di Commercio di Torino immaginiamo che gli espositori saranno locali, che i grandi marchi saranno, giustamente, tenuti fuori perché dovranno poi venire alla kermesse principale. Chi veglierà sulla qualità? Come sarà tutelata la produzione locale già duramente in crisi come dimostra la recente triste vicenda di Peyrano?
Come in un uovo di Pasqua di scarsa qualità rischiamo che “Aspettando Cioccolatò” ci riservi una sorpresa triste e scontata.