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sabato, 27 Luglio 2024

Armi di distrazione di massa

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Qualcuno ricorderà le armi di distruzione di massa che secondo i servizi segreti occidentali Saddam Hussein aveva accumulato, e che servirono  a George Bush e Tony Blair per giustificare il  loro intervento armato in Iraq. Oggi sappiamo che i dossier erano falsi, e che quelle armi non esistevano. Ma i pochi che allora osarono metterli in dubbio subirono attacchi durissimi, e uno di loro, lo scienziato inglese David Kelly, fu addirittura trovato morto in circostanze oscure in un bosco.

Come allora, anche nelle discussioni di questi giorni sull’origine del Covid-19 circolano, insieme alle illazioni e alle fantasiose ricostruzioni di alcuni presunti esperti, anche i primi inquietanti dossier. Del resto, la situazione è simile: viviamo un crisi profonda e ancora non sappiamo come ne usciremo, ma sembra abbastanza chiaro che gli equilibri geopolitici del pianeta potrebbero essere turbati, e che le parti in causa faranno tutto il possibile, anche giocando sporco,  per non perdere prestigio e posizioni.

Pensiamo alle tensioni tra gli stati europei divisi sulle risorse economiche da destinare alla ripresa, al tentativo della Russia di Putin di accreditarsi come un affidabile partner strategico, agli Stati Uniti paralizzati dall’atteggiamento ondivago del presidente Trump, e agli errori della Gran Bretagna di Boris Johnson, sprezzante fino al momento in cui il virus lo ha infettato e gli ha fatto cambiare idea. Più vicino a noi, l’arrivo dei medici cubani in aiuto della sanità lombarda disastrata dalle privatizzazioni è stato forse un episodio minore, ma riesce difficile immaginare che il nostro paese possa continuare a tacere sull’odioso embargo imposto dagli Starti Uniti nei confronti di quel paese. Poi, naturalmente, c’è la Cina, che pur di non ammettere le proprie responsabilità è arrivata a sostenere l’assurda tesi di un contagio trasmesso dai militari stranieri impegnati in alcune esercitazioni congiunte.

E’ un fatto assodato che l’infezione da Covid 19 sia partita dall’area di Wuhan e che il primo vettore dell’infezione siano stati i pipistrelli, ma restano molti aspetti da chiarire sui modi e i tempi della diffusione del virus e perfino sul numero delle persone contagiate. Un problema, quest’ultimo, che dipende soltanto in parte dalla mancanza  di democrazia in Cina, visto che a tutt’oggi esistono analoghe incertezze anche in molti paesi occidentali, compreso il nostro.  Gli epidemiologi, però,  dispongono di strumenti sofisticati, che sono risultati molto utili per capire che cosa accadde nel 2002-2003, in occasione della epidemia di Sars. Applicando gli stessi metodi oggi, è ragionevole pensare  che forse non sapremo tutto e subito, ma prima o poi sapremo.

Purtroppo la politica non può aspettare, soprattutto quando ha qualcosa da farsi perdonare. Fin dall’inizio la destra americana, seguita a ruota dai suoi sgangherati amici europei, ha fatto tutto il possibile per convincere l’opinione pubblica delle colpe cinesi. Incuranti del  ridicolo, visto che a casa loro non stavano facendo praticamente nulla per impedire la diffusione del contagio, gli americani hanno inizialmente accusato i cinesi di avere sottovalutato la situazione. Costretti a tacere quando a gennaio la Cina ha fornito all’OMS e quindi al mondo tutte le sequenze genomiche del virus, hanno lasciato trapelare da fonti non meglio precisate che quel virus così insolito era il frutto di una manipolazione ed era uscito per errore da un laboratorio militare segreto. Una bugia dalle gambe corte, perché gli scienziati sono perfettamente in grado di distinguere un virus naturale da un virus ingegnerizzato, e hanno dimostrato oltre ogni dubbio che il Covid-19 è di origine naturale.

La terza ondata dell’offensiva americana anticinese, ancora in corso in questi giorni, si basa sull’ipotesi che il virus sia di origine naturale, ma che si sia diffuso per un errore dei tecnici di un laboratorio di Wuhan impegnato negli studi sulla Sars. Questo laboratorio è noto nella comunità scientifica per l’alto livello delle ricerche che conduce, e gode della classificazione P4, il massimo livello di sicurezza possibile nel settore. I suoi dirigenti hanno smentito le accuse, ma sui giornali occidentali ha trovato più spazio la visita a Wuhan di due “diplomatici” americani, che due anni fa avrebbero criticato la sicurezza della struttura in un rapporto riservato. In attesa di vedere le carte,  e sperando che nel frattempo non siano state taroccate, dobbiamo fidarci delle parole del segretario di stato Mike Pompeo, il falco dell’amministrazione Trump, che il Washington Post ha correttamente proposto ai lettori non come un fatto provato, ma una “opinione”. Una differenza non trascurabile, e dimenticata da molti dei giornali italiani che hanno ripreso la notizia.

Allo stato attuale delle conoscenze, chi dice che il virus è uscito da Wuhan ha la stessa credibilità dei complottisti che attribuirono la diffusione di Ebola in Africa agli errori dei medici mandati a studiare la malattia  dal CDC di Atlanta, il più noto dei laboratori P4 americani.  E infatti tra gli scienziati di una certa notorietà si è esposto nell’ardita tesi soltanto Luc Montaigner, che ha vinto un Nobel per gli studi sull’AIDS, ma ha quasi novanta anni, crede nella  “memoria dell’acqua” e pubblicizza le virtù curative della papaya.

Le conseguenze dell’emergenza Covid-19 sull’economia mondiale e sul nostro modo di vivere e di pensare non sono ancora chiare. Potrebbero essere assai pesanti e durature, oppure tutto potrebbe  risolversi in pochi mesi con una grande paura e il cordoglio per le vittime. Forse non siamo ancora di fronte alla cosiddetta “Next Big One”, la grande e definitiva pandemia prevista e temuta da molti epidemiologi , ma in ogni caso chi oggi detiene il potere, in Oriente come in Occidente, non sembra intenzionato a perderlo. Ne vedremo delle belle, perché le armi di distrazione di massa sono una parte importante degli arsenali che verranno schierati.

Battista Gardoncini
(giornalista torinese, già curatore del TGR Leonardo. Oggi direttore di Oltre il ponte)

 

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